I campioni in carica dei Milwaukee Braves e i perenni campioni dei New York Yankees si trovarono nuovamente di fronte per la seconda volta in altrettanti anni. I vincitori della National League avevano sorpreso tutti l'anno precedente dopo aver superato un precoce svantaggio e dominato i loro rivali dell'American League per il resto delle Series. Per la prima volta, da lungo tempo, i Bronx Bombers non erano più i grandi favoriti dopo aver perso due degli ultimi tre Fall Classics. Era una nuova sfida per gli Yankees di Casey Stengel che erano determinati a ritornare nell'olimpo del gioco. Molti giornalisti sportivi di New York avevano già cambiato i pronostici dicendo che la più grande dinastia del baseball era oramai al tramonto. I Milwaukee Braves avevano vinto il pennant della NL con un record di 92-62, lasciando a otto partite i diretti rivali dei Pittsburgh Pirates. Gli Yankees vinsero il titolo dell'AL con lo stesso record dei loro futuri avversari delle World Series, staccando di 10 partite i Chicago White Sox. Gara 1 venne giocata il 1 ottobre al County Stadium, la casa dei Braves, davanti a 46367 spettatori. Warren Spahn, fu il partente di casa, opposto a Whitey Ford. La partita vide il vantaggio dei Braves al quarto ma gli Yankees li sorpassarono al quinto. Il conteggio rimase sul tre a due fino all'ottavo inning quando i Braves pareggiarono e portarono New York al primo extra inning. Fu il pinch hitter dei Braves, Bill Bruton, a battere il valido per il 4-3 che sanciva la prima vittoria per i padroni di casa. Lo stesso numero di spettatori si presentò allo stadio il giorno dopo per Gara 2. Il pitcher Lew Burdette dei Braves (vincitore di tre complete-game nel '57) dimostrò tutto il suo talento anche sull'altro lato del piatto con una fuoricampo da tre punti. Il solito Bill Bruton aprì la parte bassa del primo inning con un homer e Burdette lo chiuse con il fuoricampo per un pesante parziale di 7 a 1. Alla fine dell'ottavo inning i Braves conducevano 13 a 2. Le cose però cambiarono in fretta, quando Burdette fu bombardato da quattro valide con conseguenti tre punti. Hank Bauer mise a segno un fuoricampo e Mickey Mantle colpì il suo secondo della giornata. Nel corso della sua carriera "The Mick" sarebbe andato a raccogliere il record dei fuoricampo di tutti i tempi delle World Series che resta ancora imbattuto ai giorni nostri. Entrambi gli sforzi furono vani perchè Burdette spense subito il tentativo di rimonta eliminando i tre successivi battitori per il secondo trionfo dei Milwaukee col pesante risultato di 13 a 5. Dopo un giorno di riposo per il trasferimento a New York, Gara 3 venne giocata allo Yankee Stadium il 4 ottobre davanti alla solita folla oceanica (71599 spettatori). La trasferta dei Braves prese una direzione completamente diversa. Don Larsen e Ryne Duren insieme ottennero una shutout per un 4-0 che aveva lasciato i battitori di entrambe le panchine all'asciutto. Bauer, infatti, fu il solo slugger a generare i punti con un singolo a basi piene e un homer da due per estendere la sua striscia di valide nelle Series a diciassette partite. Il record non sarebbe durato a lungo perchè Warren Spahn avrebbe eliminato l'outfielder degli Yankees il giorno dopo. Gara 4 vide i due assi a confronto: Warren Spahn per i Braves e Whitey Ford per gli Yankees. La partita rimase senza punti fino all'inizio del sesto inning quando i Braves ruppero l'equilibrio segnando il primo punto su un errore dell'interbase Tony Kubek. Il secondo e terzo punto furono segnati negli inning successivi sulle valide di Spahn e di Eddie Mathews per il tre a zero che portava i Milwaukee in vantaggio di tre gare a una. New York si stava avvicinando alla fine di un'era e i Braves erano sul punto di catturare il loro secondo titolo consecutivo. Burdette tornò ad affrontare Bob Turley (vincitore di 21 partite) nella resa dei conti finale. Sostenuti da un homer a basi vuote di Gil McDougald nel terzo inning, Elston Howard prese al volo nel sesto inning, con un tuffo spettacolare, una linea battuta da Red Schoendienst all'esterno sinistro e prontamente tirò al taglio per l'eliminazione del corridore in prima, in un doppio gioco che trasformò di colpo le Series. Nel sesto inning gli Yankees diedero il colpo di coda piazzando sei punti contro Burdette e il rilievo Juan Pizarro. Gli Yankees vinsero 7 a 0 e Turley risultò il lanciatore vincente ottenendo dieci strikeout e concedendo solo cinque valide. Le Series si trasferivano nuovamente a Milwaukee per Gara 6. Le cose rimasero a favore degli Yankees che strapparono al decimo inning la vittoria per 4 a 3. Ryne Duren questa volta ebbe la meglio su Warren Spahn. Per il secondo anno consecutivo, Larsen fu scelto come lanciatore partente per gli Yankees in Gara 7. E per il secondo anno consecutivo, durò esattamente tre inning prima di andare sotto la doccia. Dopo un breve riposo, Turley tornò sul monte in una situazione di basi cariche nel terzo inning, mantenendo il vantaggio degli Yankees per 2 a 1. Burdette partente dei Braves continuò il suo lavoro per Milwaukee. Con due out, Del Crandall battè un home run per il pareggio. Dopo che entrambi i club rimasero in parità nel settimo, Burdette mise out i primi due Yankees nell'ottavo. Fortunatamente per New York, la buona sorte dei Braves stava per esaurirsi. In primo luogo, Yogi Berra toccò l'asso di Milwaukee con un doppio. Poi, Elston Howard lo seguì con un singolo, imitato da Andy Carey autore di un base hit vicino al guanto del terza base Eddie Mathews e Bill Skowron colpì un devastante fuoricampo sul centro-sinistro. Gli Yankees passarono in vantaggio, 6-2, e il punteggio non cambiò. Turley concesse solo un punto e due valide in 6 innings e 2/3 come rilievo. I giocatori di New York riuscirono a battere le probabilità conquistando il loro diciottesimo titolo delle World Series. Il ritorno a sorpresa non aveva solo riportato gli Yankees alla loro grandezza precedente, ma avevano anche pareggiato un record diventando la seconda squadra (Pittsburgh Pirates nel 1925), in svantaggio di 3 partite a 1, a vincere la corona più prestigiosa del baseball. Hank Bauer (che era un veterano di nove Series), ottenne un record per il maggior numero di punti segnati (sei), di hits (dieci), fuoricampo (quattro) e di RBI (otto). Superò anche gli altri picchiatori Yankees con una media di .323. Nonostante le statistiche poco stellari nei suoi primi quattro Classics (sette su cinquantasette con un media battuta di .123), ottenne diciotto valide, sei homerun, quattordici RBI e una media di .290 contro i Braves nel '57 e '58.
I programmi delle World Series del 1958
I New York Yankees vincitori delle World Series del 1958
Gli sluggers, futuri Hall of Famers, Mickey Mantle e Eddie Mathews assieme prima di Gara 1 della World Series del 1958
I due partenti di Gara 1 delle World Series del 1958, Warren Spahn e Whitey Ford, come era avvenuto l'anno precedente
I Braves e gli Yankees shierati al County Stadium per ascoltare l'inno nazionale prima dell'inizio di Gara 1 delle World Series del 1958
La sequenza del lancio del mancino Whitey Ford durante Gara 1 delle World Series del 1958. A lui i Braves opposero Warren Spahn. Entrambi furono anche i partenti di Gara 1 delle World Series del 1957
Del Grandall dei Braves si getta a terra sul lancio interno del pitcher degli Yankees Ryne Duren nel 10° inning di Gara 1 delle World Series del 1958. Sono identificabili il catcher Yogi Berra e di spalle il seconda base Gil McDougald (# 12). L'arbitro di casa basa è Al Barlick
L'interbase dei Braves, Johnny Logan, prende l'assistenza dal seconda base Red Shoendienst nel 1° inning di Gara 2 delle World Series del 1958, per eliminare su gioco forzato Mickey Mantle (# 7). Shoendienst aveva raccolto la rimbalzante battuta da Elston Howard. Nella giocata entrò il punto di Hank Bauer che si trovava in terza
La sequenza del lancio di Lew Burdette in Gara 2 delle World Series del 1958. Burdette concesse 7 valide e cinque punti, di cui quattro guadagnati, nella vittoria dei Braves per 13 a 5. Burdette aveva vinto tre partite nelle World Series del 1957
Lew Burdette ha appena colpito il fuoricampo da tre punti nel 1° inning di Gara 2 delle World Series del 1958
La direzione del fuoricampo da tre punti (Grandall in base su ball e Logan su valida) di Lew Burdette nel 1° inning di Gara 2 delle World Series del 1958. Alla fine dell'inning i Braves segnarono sette punti
Lew Burdette accolto a casa base dopo il fuoricampo da tre punti nel 1° inning di Gara 2 delle World Series del 1958. Da sinistra, il batboy, Johnny Logan (# 23) e Billy Bruton (# 38)
A destra, il prima base Frank Torre consegna la palla al pitcher Lew Burdette, a sinistra, dopo l'ultimo out e la vittoria in Gara 2 delle World Series del 1958. Al centro il terza base Ed Mathews (# 41)
La spettacolare presa al volo di Elston Howard in tuffo nel 6° inning di Gara 5 delle World Series del 1958. Howard prese la battuta di Red Schoendienst e prontamente tirò al taglio per l'eliminazione del corridore in prima, in un doppio gioco che trasformò di colpo le Series
Hank Bauer corre in prima dopo aver battuto una rimbalzante sul pitcher Warren Spahn, a destra, che scivola nel tentativo di raccoglierla nel 7° inning di Gara 6 delle World Series del 1958. Sullo sfondo il catcher Del Grandall e a sinistra il prima base Joe Adcok (# 9)
Il lanciatore Bob Turley entra come rilievo per il compagno di squadra Ryne Duren (# 26) nella parte bassa del 10° inning di Gara 6 delle World Series del 1958. Con Hank Aaron in terza base e Joe Adcock in prima con due out. Turley eliminò il pinch-hitter Frank Torre con un lineout sul seconda base Gil McDougald per chiudere la partita e preservare la vittoria degli Yankees. Di spalle Casey Stengel (# 37) e il ricevitore Yogi Berra. In alto a destra il terza base Andy Carey e l'arbitro di terza Al Barlick
Casey Stengel ha chiamato il cambio per sostituire Don Larsen (# 18) con Bob Turley, che sta ricevendo la palla, nel 3° inning di Gara 7 delle World Series del 1958. Di spalle, il catcher Yogi Berra (# 8) e, in alto a destra, il terza base Jerry Lumpe e dietro l'arbitro di terza Charlie Berry. Turley chiuse la partita lanciando 6 inning e 2/3 concedendo 2 valide e 1 punto per vincere la partita e le World Series
Wes Covington (# 43), mentre corre a sinistra, dopo aver messo a terra un bunt nel terzo inning di Gara 7 delle World Series del 1958, con corridori in prima e seconda e uno out. Il catcher Yogi Berra corre in avanti per raccogliere la palla e assistere in prima per effettuare l'out mentre l'arbitro di casa base Tom Gorman si toglie la maschera. Il pitcher degli Yankees Bob Turley (# 19), appena entrato, si sta muovendo in avanti dopo il lancio e Hank Aaron in primo piano sta correndo dalla prima in seconda base (la foto è stata scattata dall'esterno centro)
Il pitcher Bob Turley salta dopo l'ultimo out di Gara 7 delle World Series del 1958. Sullo sondo a sinistra, il terza base Andy Carey, che aveva sostituito Jerry Lumpe, corre per abbracciarlo
Bill 'Moose' Skowron, a destra, e lo skipper degli Yankees Casey Stengel esultano dopo la vittoria delle World Series del 1958
Bob Turley abbracciato da Yogi Berra dopo la vittoria in Gara 7 delle World Series del 1958
Casey Stengel, a destra, riceve le congratulazioni nella clubhouse degli Yankees dallo sportivo manager dei Braves, Fred Haney, dopo la vittoria delle World Series del 1958
La prima pagina del Daily News del 10 ottobre 1958 per la vittoria degli Yankees nelle World Series
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Gli anni '50 avevano visto molti cambiamenti in tutta la Major League baseball e dato che il gioco era pronto a trasferirsi negli anni '60 molti speravano che intervenissero delle modifiche per un maggior equilibrio tra le League. I New York Yankees avevano dominato tutto il decennio, apparendo in otto delle ultime dieci World Series. Come risultato, l'Ufficio del Commissioner aveva tentato senza successo di limitare la "sindrome della dinastia" e la stanca prevedibilità della post season. Inizialmente le League subirono il loro primo spostamento di una franchigia in cinquant'anni, nel 1953, con il trasferimento dei Boston Braves a Milwaukee. Poi i St. Louis Browns si trasferirono a Baltimora nel 1954 seguiti dalla spostamento dei Philadelphia Athletics a Kansas City nel 1955. La più grande mossa però ebbe luogo nel 1958, quando i Brooklyn Dodgers si trasferirono a Los Angeles e i loro cugini rivali dei Giants a San Francisco, lasciando gli Yankees come unico ball club ancora presente nella più grande città d'America. I tifosi della California erano ansiosi per l'arrivo delle loro nuove franchigie, in particolare Los Angeles, dove i Dodgers erano sulla cresta dell'onda, dopo aver vinto quattro pennant della National League in sei anni. Tuttavia, la nuova scritta "west coast rookies" crollò e bruciò nella loro stagione del debutto, finendo penultimi a due partite dall'ultimo posto dei Philadelphia Phillies. Nel 1959, dopo alcuni aggiustamenti e cambiamenti nella clubhouse, gli ex "Bums from Brooklyn" risorsero e agguantarono il loro settimo pennant in tredici anni, entrando nel vivo della National League. In questo modo avevano anche detronizzato i due volte vincitori della National League, battendo i Milwaukee Braves in due partite consecutive in un playoff al meglio delle tre, dopo che i club erano finiti entrambi al primo posto, con record di 86-68. Il 1959 vide anche il ritorno al Fall Classic, dopo lungo tempo, dei Chicago White Sox che avevano vinto il pennant dell'AL davanti ai Cleveland Indians, staccati di cinque partite, con un record di 94-60. I campioni dell'American League non avevano fatto una sola apparizione nella post-season in quattro decenni dopo lo scandalo dei "Black Sox" del 1919. Indipendentemente da ciò, lo sforzo di quest'anno, arrivato dopo quaranta anni, aveva promesso di essere una Series legittima. Gara 1 si giocò al Comiskey Park I il 1° ottobre e fu caratterizzata da uno sforzo stellare di Luis Aparicio dei Sox che contribuì al piatto (e sulle basi), mentre i pitchers Early Wynn (sette inning) e Gerry Staley si presero cura degli affari del monte. Ted Kluszewski, (un acquisto di fine agosto che aveva colpito una quarantina e più fuoricampo per tre volte nella National League), aveva realizzato cinque RBI con un paio di homerun da due punti e un singolo. Chicago sconfisse un imbarazzato Los Angeles, con il punteggio di 11 a 0. In Gara 2, giocata il giorno successivo, il lanciatore destro dei Chicago, Bob Shaw, era a guardia di un 2 a 1 con due out al settimo inning, quando il manager dei Dodgers, Walter Alston, mandò Chuck Essegian a battere per Johnny Podres (che aveva conquistato il titolo precedente di Brooklyn nel '55, ma che fu assente per l'intera stagione del '56 a causa del servizio militare). Essegian colpì con freddezza un fuoricampo oltre la recinzione a sinistra pareggiando la partita. Jim Gilliam andò in base su ball e Charlie Neal centrò la pallina e la depositò oltre il centro del campo per il sorpasso dei Dodgers. Larry Sherry (un pitcher destro 24enne) fu poi chiamato a completare i tre inning finali e rispose magnificamente tenendo i Sox e concedendo un solo punto e tre valide. La vittoria scatenò i Campioni della National League che impazientemente tornarono alla loro nuova casa per Gara 3. Quando i Dodgers giocarono l'ultima volta in casa in una partita delle World Series era stato nel limitato scenario dell'Ebbets Field di fronte a 33782 fans. Quest'anno i fans erano stravaccati nell'enorme Memorial Coliseum, arrivando a 92394 spettatori. Nella "decade of change" non fu una sorpresa che il lineup fosse anche stato modificato in modo significativo nell'arco di quattro anni. Roy Campanella, stella delle Series del '56 era ora su una sedia a rotelle dopo un incidente automobilistico avvenuto nel 1958. Inoltre, Pee Wee Reese era ora coach della squadra e Don Newcombe, che aveva guidato la rotazione dei Dodgers, era con i Cincinnati Reds. Entrambe le squadre rimasero in una situazione di stallo per sette inning fino a quando Carl Furillo ruppe il pareggio con un singolo da due punti portando alla vittoria Los Angeles per 3 a 1. In questa gara ci fu anche il debutto nella postseason del giovane lanciatore Don Drysdale. Il 5 ottobre andò in scena Gara 4. Si assistette alla copia della partita del giorno prima, con Los Angeles che ancora una volta riuscì a rompere un altro pareggio e all'ottavo mise a segno il punto della vittoria per il 5 a 4 finale. Anticipando la fine delle Series in casa, i Dodgers introdussero un altro intraprendente talento proveniente dalla loro giovane rotazione, un ventitrenne di nome Sandy Koufax. Fu scelto per affrontare Bob Shaw, che aveva ottenuto un record di 18-6 nel corso della regular season. Il giovane mancino non era ancora maturato come il futuro Hall of Famer che conosciamo oggi e aveva un record non spettacolare di 28-27. Shaw, ottenne l'aiuto fondamentale del rilievo Dick Donovan (1 inning e 2/3), per gestire il punteggio finale di 1 a 0 in una partita dove il punto fu segnato su un doppio gioco nel quarto inning, sulla rimbalzante di Sherm Lollar. Il punteggio sarebbe stato differente se non fosse stato per un grande gioco difensivo di Jim Rivera dei Sox nel settimo. Inserito nella partita qualche minuto prima, l'esterno destro effettuò un'eccellente presa in corsa della volata di Charlie Neal che girò in prossimità del recinto al centro, con i corridori in seconda e terza e due out. Ancora in vita per Gara 6, Chicago previde con forza una Gara 7, ma purtroppo, i Dodgers avevano altri piani per la squadra di casa. Giovedì 8 ottobre andò in scena Gara 6 al Comiskey Park I. Duke Snider suonò la carica con un homer da due strappato a Early Wynn nel terzo e Wally Moon ne aggiunse altri due contro il rilievo Donovan nel quarto. Il partente Podres non potè essere questa volta il lanciatore del record per la vittoria nelle Series perché si arrese a tre fuoricampo dei Dodgers (dopo solo 3 innings e 1/3) e Larry Sherry entrò di nuovo come rilievo. Lanciò per 5 innings e 2/3 concedendo quattro valide e conquistando la sua seconda vittoria delle Series. I Dodgers vinsero la partita (e le Series) per 9 a 3, con Essegian che mise la "ciliegina sulla torta" nel nono con un homerun senza precedenti, entrato per la seconda volta come pinch-hitter. Alla fine, Chicago poteva recriminare una migliore statistica globale nel Fall Classic (10 RBI e l'alta media battuta di .375 di Ted Kluszewski), ma i Dodgers tornarono a casa con qualcosa di più importante dei grandi numeri.
I programmi delle World Series del 1959
I Los Angeles Dodgers vincitori delle World Series del 1959 - La quarta fila in alto, da sinistra a destra: Don Drysdale, Johnny Podres, Roger Craig, Charlie Neal, Carl Furillo, Lee Scott (Traveling Secretary). La terza fila in alto, da sinistra a destra: Bill Buhler (Trainer), Johnny Klippstein, Don Zimmer, Ron Fairly, Rip Repulski, Joe Pignatano, John Roseboro, Dr. Harold Wendler (Trainer). La seconda fila in basso, da sinistra a destra: Don Demeter, Duke Snider, Clem Labine, Art Fowler, Gil Hodges, Stan Williams, Sandy Koufax, Wally Moon, Jim Gilliam. La prima fila in basso, da sinistra a destra: Danny McDevitt, Norm Larker, Pee Wee Reese (Coach), Joe Becker (Coach), Walter Alston (Manager), Charlie Dressen (Coach), Greg Mulleavy (Coach), Chuck Churn, Maury Wills. Davanti i due batboy: Red Tesh, Doug Anderson
Il capitano dei Dodgers, Pee Wee Reese, spinge la carrozzella di Roy Campanella attraverso il Memorial Coliseum di Los Angeles il 7 maggio del 1959, mentre nello stadio si sono spente le luci e si sono accese le 93103 candele dei fans presenti per rendere omaggio al grande ricevitore
Da sinistra a destra, tre stelle dei Chicago White Sox, Al Smith, Jim Landis e Jim Rivera durante le World Series del 1959
Il pitcher Sandy Koufax e l'esterno Wally Moon durante le World Series del 1959
Da sinistra a destra, tre stelle dei Los Angeles Dodgers, Charlie Neal, Sandy Koufax e Maury Wills durante le World Series del 1959
Bob Shaw dei Chicago White Sox, a destra, con Johnny Podres dei L.A. Dodgers prima dell'inizio di Gara 2 delle World Series del 1959
Foto indimenticabile dell'esterno dei Chicago, Al Smith, che viene lavato dalla birra lasciata cadere da uno spettatore nel tentativo di prendere la pallina in Gara 2 delle World Series del 1959 al Comiskey Park I. Il fuoricampo è quello colpito da Charlie Neal dei Dodgers nel quinto inning
Larry Sherry in azione sul monte nel 8° inning di Gara 2. L'interbase Maury Wills (# 30) di spalle accanto al corridore Earl Torgeson (# 17)
Cinquemila tifosi dei Dodgers all'International Airport di Los ANgeles in attesa del ritorno a casa della squadra dopo aver vinto le prime due partite delle World Series del 1959 a Chicago
Una veduta del Memorial Coliseum di Los Angeles durante le World Series del 1959
Jim Rivera, esterno dei Chicago White Sox, autore di una spettacolare presa sul lungo drive di Charlie Neal nel 7° inning di Gara 5 che impedì la rimonta dei Dodgers, saluta i giornalisti nella clubhouse dopo la partita
Larry Sherry festeggiato dai compagni alla fine di Gara 6. Don Drysdale (# 53) gli stringe la mano
Larry Sherry mostra la palla dell'ultimo out presa al volo dall'esterno sinistro Wally Moon sulla battuta di Luis Aparicio che chiuse Gara 6 e assegnò le World Series ai Dodgers
Larry Sherry e Duke Snider si abbracciano nella clubhouse dopo la vittoria delle World Series del 1959
La parata dei Dodgers sulle strade di Los Angeles (seduti in macchina il coach Charlie Dressen e il manager Walter Alston) per la vittoria delle World Series del 1959
La prima pagina del Los Angeles Times del 9 ottobre del 1959
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Dopo un periodo di 33 anni, i Pittsburgh Pirates, primi vincitori della moderna National League (1901), ritornavano finalmente al Fall Classic. Il loro avversario, i New York Yankees dell'American League avevano partecipato a otto delle ultime dieci World Series e avevano dovuto aspettare solo un anno per tornare al big show. I Pirates avevano vinto il pennant della National League con sette partite di vantaggio sui Milwaukee Braves ottenendo un record di 95-59. La media battuta della squadra fu di .276, con il solo Roberto Clemente a .314, e il pitching staff aveva realizzato un'ERA di 3.49. Nell'American League, gli Yankees avevano vinto il titolo con un record di 97-57, davanti ai Baltimore Orioles di otto partite. La media battuta era stata di .260, con il solo Bill Skowron a .309, e i pitchers avevano realizzato un'ERA squadra di 3.52. Gara 1 si giocò nella casa dei Pirates, al Forbes Field, il 5 ottobre davanti a 36676 spettatori. I Pittsburgh non avevano avuto problemi a togliersi di dosso le loro "postseason cobwebs" ed iniziarono forte con una vittoria per 6 a 4 contro i perenni campioni. I due lanciatori dei Pirates, il partente Vern Law e il closer Roy Face, dominarono l'attacco degli Yankees. Il seconda base Bill Mazeroski fu il migliore in attacco con 2 su 4, di cui un fuoricampo e due RBI. Tuttavia, il loro slancio iniziale venne interrotto dal dominio yankee in Gara 2 e 3. Mickey Mantle fu esplosivo (due fuoricampo e cinque RBI) e i suoi compagni di squadra lo seguirono a ruota per un totale di diciannove valide contro i sei lanciatori impiegati dai Pirates per arginare il loro strapotere. Il risultato fu un 16 a 3, nella città dell'acciaio, in Gara 2 e una shutout 10 a 0 nel Bronx, in Gara 3. Nella terza partita a New York, giocata l'8 ottobre davanti a 70001 tifosi, Bobby Richardson prese esempio da Mantle colpendo un grand slam contro il rilievo Clem Labine nel terzo, e due singoli realizzando un record di sei RBI. "The Mick" rispose con un fuoricampo e altre tre valide, mentre Whitey Ford concesse solamente le sue solite quattro valide. Ancora una volta i Pirates bruciarono sei lanciatori senza riuscire a fermare i "Bombers" Yankee. I Pirates tornarono ad imporsi con determinazione in Gara 4 grazie al pitcher vincitore di Gara 1, Vern Law. Il vincitore del Cy Young della National League, in combinazione con l'asso Roy Face riuscirono a ricacciare gli Yankees, 3 a 2, in una partita che venne decisa dal singolo di Bill Virdon nel quinto che fece segnare due punti a Pittsburgh. Il tentativo di evitare un ritorno dei Pirates, New York prese una decisione controversa e decise di andare con il pitcher perdente di Gara 1, Arte Ditmar, che era durato solo un terzo di inning. Alcuni credettero (in retrospettiva), che Stengel avesse pensato che i "Bucs" sarebbero stati portati a sottovalutare il giovane lanciatore, dandogli un vantaggio. Purtroppo la scelta dello skipper degli Yankees fu sbagliata quando Bill Mazeroski lo colpì con un doppio portando a tre i punti dei Pirates, nel secondo inning. Face entrò come rilievo per 2 inning e 2/3 senza concedere valide, in sostituzione del partente e vincitore Harvey Haddix, per inchiodare gli Yankees con il risultato di 5 a 2 e mettere Pittsburgh in testa. Ora, prima del ritorno a Pittsburgh i Pirates conducevano le serie per tre gare a due con la possibilità di chiudere sull'onda dei due successi consecutivi. Ma Gara 6 fu una storia completamente diversa, e il 12 ottobre appartenne solamente ai "Bronx Bombers". Richardson colpì due tripli, Johnny Blanchard mise a segno due doppi, Roger Maris, Yogi Berra e Blanchard raccolsero ciascuno tre valide e gli Yankees finirono con diciassette hits e dodici punti. Whitey Ford aumentò l'imbarazzo dei "Buccos" con una nuova shutout che molti ritennero fosse il presagio che tutto era ormai deciso. Nonostante avessero un'altra opportunità nel loro Forbes Field, Pittsburgh era stato chiaramente dominato da New York con un impressionante punteggio di 38 a 3 nella serie. Tuttavia, Gara 7 cancellò quei numeri e abbandonò i fans sia all'agonia che all'estasi. Vern Law e il resto dei Pirates dimostrarono il perché erano ancora lì a battersi con New York e a prendersi un vantaggio iniziale di 4 a 0. Tuttavia, gli Yankees ritornarono in vantaggio con delle prestazioni chiave al piatto di Bill Skowron, Mantle e Yogi Berra, capovolgendo il punteggio a loro favore per 5 a 4, all'inizio dell'ottavo inning. Continuarono ad allungare nella prima parte della penultima ripresa portandosi 7 a 4 e il rilievo Bobby Shantz, entrato dal terzo inning, sembrava essere in gran forma dopo che aveva congelato l'attacco di Pittsburgh per cinque inning. Fortunatamente per i Pirates, l'apparenza a volte inganna. Il lead-off, Gino Cimoli colpì un singolo per Pittsburgh nella parte bassa dell'ottavo e Bill Virdon lo seguì con un grounder tagliente verso l'interbase Tony Kubek degli Yankees. La palla velocissima prese un cattivo rimbalzo che colpì Kubek alla gola (risultando un singolo) e fu costretto ad uscire. Joe DeMaestri lo sostituì con i due Pirates in base. Dick Groat con un altro singolo ridusse lo svantaggio a 7-5. Cambio sul monte per gli Yankees con Jim Coates che entrò al posto di Bobby Shantz. Roberto Clemente mantenne vivo il recupero con una base hit in diamante che portò Virdon a punto e fece avanzare Groat in terza. Il risultato era ora 7 a 6, Pittsburgh aveva due corridori in base e Hal Smith al piatto. Smith, entrato in gioco nella parte alta dell'ottavo dopo che i Pirates avevano sostituito il catcher Smoky Burgess con il pinch-runner Joe Christopher nell'inning precedente, scatenò la folla di Pittsburgh con un inatteso e tempestivo fuoricampo oltre il muro di sinistra. Bob Friend, vincitore di diciotto partite nella regular season e starter per i "Bucs" in Gara 2 e 6, salì sul monte al nono per cercare di proteggere il vantaggio di 9-7. Gli Yankees Bobby Richardson e il pinch-hitter Dale Long salutarono Friend con due singoli e il manager dei Pirates, Danny Murtaugh, fu costretto a sostituire il veterano lanciatore con Harvey Haddix. Roger Maris fu eliminato su un fly, e Haddix affrontò Mantle che colpì un base hit portando Richardson a punto e Long in terza. Gil McDougald entrò come pinch-runner per Long. Berra colpì un breve grounder in prima, e il prima base Rocky Nelson toccò il sacchetto per il secondo out. In quello che, all'epoca, fu una giocata monumentale, Mantle, vedendo che non aveva alcuna possibilità di battere un gioco in seconda, corse indietro sulla prima ed evitò il tag di Nelson (sarebbe stato il terzo eliminato), mentre McDougald corse a casa per pareggiare il punteggio, 9 a 9. Bill Skowron fu il terzo out ma gli Yankees erano ancora vivi. Ralph Terry, che aveva chiuso l'ottavo inning, ritornò sul monte nel fondo del nono per finire il lavoro. Il primo uomo che si trovò di fronte fu Bill Mazeroski. Con un conteggio di 1 ball e 0 strike, il seconda base dei Pirates colpì uno storico long drive oltre il muro di sinistra che chiuse la partita e coronò la squadra della National League campione del mondo. Mentre i Pirates scoppiavano in una festa selvaggia, gli Yankees erano increduli sapendo che avevano chiaramente dominato le Series, ma non erano riusciti a completare il compito. Gli improbabili campioni erano outscored, 27 contro 55, e out-hit, 60 contro 91, ma alla fine la squadra di casa aveva prevalso. Anni dopo, Mickey Mantle confessò che la sconfitta delle Series del 1960 fu la più grande delusione della sua carriera. Per Bill Mazeroski, fu il suo punto culminante. Bobby Richardson vinse il Most Valuable Player Award e Bill Mazeroski il The Babe Ruth Award.
I programmi delle World Series del 1960
I Pittsburgh Pirates vincitori delle World Series del 1960 - In piedi da sinistra a destra: B. Rice (Travel Manager), H. Haddix, R. Friend, M. Vernon (Coach), R. Groat, J. Gibbon, R. Stuart, E. Francis, G. Witt, V. Law, F. Green, W. Mizell, D. Sisler (Coach), D. Whealan (Trainer). Seduti nella fila di mezzo, da sinistra a destra: D. Murtaugh: Manager, F. Oceak: Coach, S. Narron (Coach), B. Burwell (Coach), L. Levy (Coach), Smokey Burgess, R. Schofield, G. Cimoli, R. Skinner, H. W. Smith, W. Virdon, D. Hoak. Seduti a terra, da sinistra a destra: G. Baker, R. Clemente, Recker (Bat Boy), J. Christopher, T. Cheney, E. Face, Rocky Nelson, B. Mazeroski, R. Oldis
I due aces degli Yankees e Pirates, Whitey Ford e Vern Law, posano prima dell'inizio delle World Series del 1960. Nelle Series del '60 non si scontreranno mai, mentre nell'All-Star Game del 13 luglio si erano fronteggiati e Law ebbe la meglio con la NL che si impose per 6-0
Danny Martaugh (a sinistra) e Casey Stengel si stringono la mano prima dell'inizio di Gara 1 delle World Series del 1960
Yogi Berra scivola in seconda nel 2° inning di Gara 1 delle World Series del 1960. Il difensore di spalle è Bill Mazeroski (# 9) che si allunga per ricevere l'assistenza
Da sinistra, i due lanciatori dei Pirates Roy Face e Vernon Law dopo la vittoria in Gara 1 delle World Series del 1960
Conferenza stampa con i manager Danny Martaugh (a sinistra), che sembra triste, e Casey Stengel dopo Gara 1 delle World Series del 1960. I Pirates avevano vinto 6-4
Mickey Mantle, al centro, dopo aver colpito uno dei due home run in Gara 2 delle World Series del 1960 a Pittsburgh
Il grand slam di Bobby Richardson degli Yankees nel 1° inning di Gara 3 delle World Series del 1960
Bobby Richardson è atteso al piatto da Gil McDougald (# 12), Elston Howard (# 32) and Bill Skowron (# 14) dopo il suo grand slam nel 1° inning di Gara 3 delle World Series del 1960. L'arbitro di casa base, Bill Jackowski, e il catcher dei Pirates, Hal Smith, guardano l'arrivo. Gli Yankees si portano in vantaggio 6-0 e la partita finirà con il punteggio di 10-0
Il closer Roy Face mentre lancia la sua forkball in Gara 5 delle World Series del 1960. Pittsburgh si impose 5-2 e a Face venne accreditata la salvezza
Il partente Whitey Ford degli Yankees mentre effettua la chiusura del movimento di lancio in Gara 6 delle World Series del 1960. Gli yankee vinsero 10-0
Yogi Berra è eliminato in prima nel 2° inning di Gara 7 delle World Series del 1960. Il prima base dei Bucs è Rocky Nelson e l'arbitro di prima è Nestor Chylak
Il fuoricampo da tre punti di Yogi Berra al 6° inning di Gara 7 delle World Series del 1960 che porta in vantaggio gli Yankees 5 a 4. Il ricevitore dei Pirates è Smoky Burgess e l'arbitro di casa base Bill Jackowski
Il manager Casey Stengel si avvicina per vedere le condizioni di Tony Kubek dopo essere stato colpito alla gola dalla rimbalzante di Bill Virdon nella parte bassa dell'8° inning di Gara 7 delle World Series del 1960. Kubek dovette uscire e Joe DeMaestri lo sostituì
Hal Smith, il cui volto mostra tutta la sua gioia, è accolto al piatto dopoil fuoricampo da tre punti nell'8° inning di Gara 7 delle World Series del 1960 che riporta in vantaggio i Pirates 9 a 7. Ad aspettarlo al piatto ci sono Dick Groat (# 24) e Roberto Clemente (# 21)
Mickey Mantle sta per colpire il singolo nella parte alta del 9° inning di Gara 7 delle World Series del 1960 che porterà a casa l'ottavo punto della rimonta degli Yankees. Yogi Berra subito dopo con un groundout farà segnare il punto del pareggio
Bill Mazeroski (# 9) colpisce da leadoff nella parte bassa del 9° inning il fuoricampo che fa vincere le World Series del 1960 ai Pirates
L'esterno sinistro Yogi Berra guarda volare oltre il muro di edera al Forbes Field il fuoricampo di Bill Mazeroski
La corsa attorno alle basi di Bill Mazeroski
Bill Mazeroski gira sul sacchetto di terza
Quattro foto dell'arrivo di Bill Mazeroski sul piatto di casa base accolto dai tifosi e compagni di squadra
Studenti della University of Pittsburgh esultano dalla cima della Cathedral of Learning, nel campus della scuola che domina il Forbes Field, per i Pittsburgh Pirates che hanno appena vinto le World Series del 1960, dopo 35 anni contro i New York Yankees
Il manager Danny Murtaugh (a sinistra) mentre da un buffetto sulla guancia al suo seconda base Bill Mazeroski dopo la vittoria delle World Series del 1960
Da sinistra, i due pitcher Roy Face e Vernon Law e l'esterno centro Bill Virdon nella clubhouse dopo la vittoria delle World Series del 1960
I fans impazziti nelle strade di Pittsburgh inneggiano a Bill Mazeroski dopo la vittoria delle World Series del 1960
La prima pagina del Pittsburgh Post-Gazette del 14 ottobre 1960 con la vittoria dei Pirates nelle World Series
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La stagione 1961 sarà ricordata per uno degli spettacoli più sorprendenti di tutto il baseball con i due compagni di squadra degli Yankees, Mickey Mantle e Roger Maris, che andarono testa a testa per tutto il campionato, nel tentativo di battere il record di homerun in una singola stagione fissato da un altro slugger in "pinstripe" che rispondeva al nome di Babe Ruth. Entrambi gli uomini erano atleti estremamente dotati, sia in difesa che in battuta, e la loro amicizia e la competitività non fu seconda a nessuno. La stampa li aveva soprannominati "The M & M Boys" e la loro storia è un incredibile esempio di quello che l'impatto dello sport può avere quando due compagni di squadra, anche se opposti come può essere, si uniscono per creare qualcosa di speciale. Nella stagione precedente, nella sua prima partita in divisa Yankee, Maris colpì un singolo, un doppio e due home runs. I suoi numeri da MVP inclusero anche il titolo della League per gli RBI, con 112, e trentanove home run, uno solo dietro al leader della league Mantle, che aveva perso diciotto partite per un infortunio. Tuttavia, nel 1961, Maris perfettamente in salute giocò in 161 partite (il numero più alto in carriera). Come lui e Mantle cominciarono a dare la carica per battere il record di fuoricampo di Babe Ruth, gli Yankees utilizzarono Maris, terzo in battuta, e Mantle, quarto, per dare a "The Mick" (chiaramente il preferito dei tifosi) un colpo migliore. Molti esperti ritengono che se fosse stato fatto lo scambio di posizione nel line up, Maris quasi certamente non avrebbe battuto il record. Indipendentemente dalla decisione, Mantle si fermò a metà settembre quando soffrì di una grave infezione all'anca. Maris continuò e battè, nella centocinquantaquattresima partita della stagione a Baltimora, il fuoricampo n. 58. Egli ottenne il suo colpo migliore, quella notte, colpendo il fuoricampo n. 59 e poi colpì un lungo foul nella sua seconda apparizione alla battuta. Purtroppo, nel suo ultimo turno (contro Hoyt Wilhelm) colpì un deludente grounder checked-swing. Nonostante la battuta d'arresto, Maris fu determinato e finalmente superò "The Bambino" l'ultimo giorno della stagione contro Tracy Stallard dei Red Sox. Opportunamente, la palla volò a circa 104 metri sul lato destro dello Yankee Stadium. Maris finì anche la stagione regolare back-to-back vincendo l'MVP, guidando la league con 141 RBI e 132 punti. Come previsto, il Commissioner Ford C. Frick stabilì che, poiché Maris aveva giocato in 162 partite secondo il calendario (a differenza di Ruth che giocò 154 partite previste), il suo record sarebbe stato indicato ufficialmente con un asterisco; questa decisione rimase fino al 1991. Anche se, non ritrovò più la stessa vena, la sua consistenza come battitore di potenza continuò e colpì 275 home run durante i suoi dodici anni di carriera. Come previsto, gli Yankees terminarono la regular season del '61 al primo posto con un record di 109-53, nel tentativo di dimenticare la devastante sconfitta nelle serie precedenti, dopo che Bill Mazeroski dei Pirates colpì il "the shot heard round the world" (il colpo sentito in tutto il mondo) in Gara 7. New York, che aveva sorprendentemente licenziato Casey Stengel dopo le Series del '60, era ora sotto la guida di Ralph Houk. Il nuovo skipper era stato un catcher di riserva e coach degli Yankees e aveva una filosofia un po' più moderna rispetto al suo predecessore. Whitey Ford aveva continuato a dominare sul monte di lancio con un incredibile record di 25-4 e l'asso rilievo Luis Arroyo giocò una stagione magistrale andando 15-5, con 2.19 di ERA. I loro rivali, i Cincinnati Reds si erano arrampicati fino alla cima della National League sul braccio solido di Joey Jay (un lanciatore con una media di .500 in carriera a Milwaukee, ma con 21 vittorie a Cincinnati). I Reds avevano chiuso la regular season primi con un record di 93-61, staccando di quattro partite i Los Angeles Dodgers. Molti fan ritenevano che sarebbe stato uno scontro tra lanciatori e che le partite sarebbero terminate con bassi punteggi, nonostante le mazze brandite da entrambi i line-up. Gara 1 venne giocata allo Yankee Stadium il 4 ottobre davanti a circa 63000 spettatori. Whitey Ford confermò le previsioni nella prima partita tenendo i Reds a due miseri singoli per una vittoria 2-0. Il ventiquattrenne Jim O 'Toole lanciò molto bene, ma cadde vittima della firma degli "Yankees del '61" altrimenti nota come il fuoricampo. Dopo tutto, ne avevano battuti duecentoquaranta durante la stagione regolare e vantavano la presenza del "King of Swing" appena incoronato, Roger Maris. Il 5 ottobre andò in scena Gara 2 e nel Bronx accorsero ancora 63000 tifosi. L'ultimo asso dei Reds, Joey Jay fu schierato come partente per la seconda partita e prontamente rispose con un capolavoro vincendo per 6 a 2. Dopo il vantaggio dei Reds ottenuto al quarto con un fuoricampo di Gordy Coleman da due punti, gli Yankees pareggiarono subito il conto con un homer da due punti di Yogi Berra. I Reds allungarono al quinto, al sesto e all'ottavo mettendo definitivamente al sicuro il risultato. Le Series si spostarono a Cincinnati e sabato 7 ottobre al Crosley Field davanti a 32589 fans si giocò Gara 3. Per la prima volta dopo 21 anni la squadra di casa ritornava a giocarsi le World Series. I Reds sembrarono mantenere il loro slancio con un vantaggio di 2 a 1 prima di iniziare l'ottavo inning. Bob Purkey che aveva lanciato bene fino a quel momento, fu inchiodato da Johnny Blanchard, che aveva contribuito fortemente alla riscossa dei "longball yankee" con 21 homer (solamente con 243 presenze alla battuta) durante la stagione regolare. Il pinch-hitter / catcher di riserva / outfielder era entrato al posto del pitcher Bud Daley e mise a segno il suo ventiduesimo fuoricampo in profondità nella tribuna destra del campo, pareggiando il risultato. Maris, che era stato senza valide nelle Series in dieci presenze alla battuta, come leadoff al nono martellò il suo 62° fuoricampo. Quando i Reds iniziarono la parte bassa del nono, Arroyo fu mandato sul monte a finire il lavoro ed eliminò, grazie a due rimbalzanti, i due pinch-hitters Dick Gernert e Gus Bell, chiudendo la partita. Whitey Ford tornò in Gara 4 per costruire la sua striscia nelle Series di 27 inning senza punti concessi e con gli occhi su un altro dei record di Babe Ruth di 29 inning senza punti. Il veterano degli Yankees non ebbe nessun problema ad aggiungere altri cinque inning prima di lasciare al sesto per un problema alla caviglia. A quel punto la sua squadra aveva un vantaggio importante grazie a quattro punti, di cui due entrati con il doppio di Clete Boyer nel sesto. Jim Coates che aveva sostituito "The Chairman" lanciò quattro inning concedendo una sola valida mentre Mantle, che aveva sei presenze alla battuta nelle serie, venne sostituito da Hector Lopez che martellò un singolo per i due punti nel settimo che diede agli Yankees il 7 a 0 finale. Il giorno dopo si giocò Gara 5, e i "Bronx Bombers" ricominciarono da dove avevano lasciato, segnando cinque punti nel primo inning. Nel quarto, ne aggiunsero altri cinque e come un rullo compressore passarono sopra i Reds chiudendo la partita con il risultato di 13 a 5 e vincendo le World Series. Anche se gli "M & M Boys" avevano ottenuto solo tre valide e due RBI in 25 presenze alla battuta, Blanchard e Lopez compensarono con dieci punti e 7 valide su 19 presenze alla battuta. Lopez fu determinante con sette incredibili RBI in nove presenze alla battuta. Come previsto in origine, il pitching fu il fattore determinante nelle Series del '61 con Ford, Coates e Daley che lanciarono 25 innings senza concedere un solo punto guadagnato.
I programmi dell World Series del 1961
I New York Yankees vincitori delle World Series del 1961 - Prima fila in alto, da sinistra a destra: Bobby Richardson (2B), Al Downing (P), Luis Arroyo (P), John Blanchard (C/OF), Bill Stafford (P), Roland Sheldon (P), Jim Coates (P), Spud Murray (batting practice pitcher), Bud Daley (P), Bruce Henry (Traveling Secretary). Fila di mezzo, da sinistra a destra: Gus Mauch (trainer), Billy Gardner (IF), Bob Hale (1B), Joe DeMaestri (IF), Tony Kubek (SS), Tex Clevenger (P), Ralph Terry (P), Hector Lopez (LF), Bob Cerv (LF), Eston Howard (C), Roger Maris (RF), Bob Turley (P), Joe Soares (trainer). Prima fila seduti, da sinistra a destra: Whitey Ford (P), Bill Skowron (1B), Hal Reniff (P), Jim Hegan (1B), Frank Crosetti (coach), Ralph Houk (Mgr.), John Sain (coach), Wally Moses (coach), Earl Torgeson (1B), Cletis Boyer (3B), Yogi Berra (RF), Mickey Mantle (CF)
Gli "M & M Boys" - Mickey Mantle (a sinistra) e Roger Maris leggono un telegramma inviato dai tifosi durante la loro corsa per battere il record dei fuoricampo in una stagione di Babe Ruth nel 1961
I due manager, Ralph Houk degli Yankees e Fred Hutchinson dei Reds, si stringono la mano prima di Gara 1 delle World Series del 1961
4 Ottobre 1961 - Due delle stelle degli Yankees, il pitcher Witey Ford (a sx) e il catcher Elston Howard, prima di Gara 1 delle World Series del 1961
Il pitcher Whitey Ford New York degli Yankees in azione durante Gara 1 delle World Series del 1961
Don Blasingame dei Cincinnati Reds ripreso mentre gli scappa la mazza nel terzo strike del quinto inning di Gara 1 delle World Series del 1961. Elston Howard è il catcher degli Yankees e l'arbitro di casa base è Ed Runge
Da sinistra, Bill Skowron, Whitey Ford e Elston Howard dopo la vittoria in Gara 1 delle World Series del 1961
Clete Boyer arriva salvo in seconda nel 5° inning di Gara 2 delle World Series del 1961. Il seconda base dei Reds, Elio Chacon, riceve l'assistenza dell'interbase Eddie Kasko e l'arbitro Augie Donatelli chiama il salvo
Matty Schwab (il respondabile della manutenzione del Crosley Field per 69 anni) lancia la prima palla accanto al commissioner del baseball Ford Frick (alla sua destra) durante una delle tre Gare disputate a Cincinnati
Da sinistra, i due partenti di Gara 3 delle World Series del 1961, Bill Stafford degli Yankees e Bob Purkey dei Reds, prima del playball
Il prima base degli Yankees, Bill Skowron, sta per riceve l'assistenza del pitcher Bill Stafford che ha raccolto il bunt a sorpresa di Elio Chacon (# 17) nel 3° inning di Gara 3 delle World Series del 1961. Chacon arriverà in seconda sul tiro pazzo dei Stafford. Augie Donatelli è l'arbitro di prima nascosto dai due giocatori
Roger Maris rientra nel dugout accolto dai compagni dopo il suo fuoricampo solitario nella parte alta del 9° di Gara 3 delle World Series del 1961, che porta in vantaggio gli Yankees, 3 a 2, e che rimarrà il risultato finale
Yogi Berra riceve la base intenzionale del 6° inning di Gara 4 delle World Series del 1961. Il catcher dei Reds è Darrell Johnson
Yogi Berra viene eliminato per toccata dal terza base Gene Freese nel suo tentativo di allungare sul singolo al centro di Skowron dall'assistenza di Vada Pinson nel 7° inning di Gara 4 delle World Series del 1961
Il partente degli Yankees, Whitey Ford, e il rilievo Jim Coates si abbracciano nella clubhouse dopo la loro shutout in Gara 4 delle World Series del 1961
Da sinistra i due slugger, Roger Maris degli Yankees e Frank Robinson dei Reds, posano prime dell'inizio di Gara 5 delle World Series del 1961
Il catcher Elston Howard (# 32) abbraccia il pitcher Bud Daley dopo l'ultimo out di Gara 5 delle World Series del 1961
Da sinistra, Johnny Blanchard, Bud Daley e Hector Lopez festeggiano la vittoria di Gara 5 e la conquista delle World Series del 1961
Mel Allen intervista Johnny Blanchard degli Yankees dopo la vittoria delle World Series del 1961 in Gara 5
La prima pagina del Daily News del 10 ottobre 1961 per la vittoria degli Yankees nelle World Series
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Nel corso degli ultimi decenni, i campioni in carica dei New York Yankees avevano fatto del dominio dell'American League un'arte, sulla strada per il loro venticinquesimo Fall Classic. Stava diventando fin troppo prevedibile e i primi anni '60 stavano assomigliando terribilmente agli anni '50 quando i "Pinstripes" giocarono in otto delle dieci World Series. Gli Yankees, per il secondo anno consecutivo sotto la guida del manager Ralph Houk, vinsero il pennant con un record di 96-66, staccando le due dirette avversarie, i Minnesota Twins e i Los Angeles Angels, rispettivamente di 5 e 10 partite. Sull'altro lato della palla, i rappresentanti della National League erano un avversario familiare per gli Yankees come pure ex "coinquilini". I Giants avevano finalmente riconquistato la National League per la prima volta da quando si erano spostati a San Francisco (dopo la stagione 1957) e sembrava giusto che il preludio a questa rinascita delle "Subway Series" fosse stato uno spareggio con i Los Angeles Dodgers. I Dodgers, combattendo contro gli infortuni e una crisi che li colpì, bruciarono lo svantaggio, raggiungendo i Giants in cima alla classifica della National League al termine della stagione regolare, proprio come nel 1951. Nei successivi playoff di tre partite per il pennant, si arrivò alla terza e decisiva. I Giants in svantaggio al nono inning (questa volta come squadra ospite), per 4 a 3 e con due out, misero a segno altri tre punti vincendo la partita, i playoff e il pennant. I Giants terminarono con un record di 103-62. Gara 1 venne giocata giovedì 4 ottobre in casa dei Giants al Candlestick Park davanti a 43852 spettatori. Il veterano delle Series, Whitey Ford, venne incaricato di essere il partente della prima partita dal manager degli Yankees Ralph Houk ed estese la sua striscia di inning consecutivi nelle World Series senza concedere punti raggiungendo il record di trentatré prima che San Francisco rompesse la performance facendo segnare sul tabellone il primo punto nel secondo inning. I Giants schierarono Billy O'Dell che tenne il passo con "The Chairman" attraverso sei inning, ma alla fine si arrese a Clete Boyer e ai suoi compagni "Bombers" che nei tre ultimi innings portarono il punteggio finale sul 6-2. Gara 2 andò in scena il giorno successivo e il pitcher dei Giants, Jack Sanford, trascinò alla vendetta la sua squadra concedendo tre valide, tre basi su ball e realizzando 6 strikeout, per il 2 a 0 shutout che pareggiò le Series, con una partita a testa. Nella giornata di sabato, il partente dei Giants, Billy Pierce, continuò il ciclo in Gara 3, oscurando gli Yankees attraverso sei inning fino a quando il leader della stagione degli homerun appena incoronato, Roger Maris, ruppe la situazione di stallo con una valida per i primi due punti nel settimo. Con zero out gli Yankees grazie anche ad un grounder di Clete Boyer portarono a tre i punti dell'inning. Nel nono, il partente degli Yankees, Bill Stafford, fece tremare la panchina dopo aver concesso un fuoricampo da due punti a Ed Bailey, ma riuscì a chiudere senza altri tentennamenti per la vittoria con il punteggio di 3 a 2. Le Series si spostarono a New York per Gara 4 che si giocò allo Yankee Stadium lunedì 8 ottobre di fronte a oltre 66000 fans. La partita fu caratterizzata da una rara performance offensiva di Chuck Hiller dei Giants. Un'improbabile minaccia per il potente pitching degli Yankees, visto che il seconda base dei Giants aveva colpito solo una ventina di home run in carriera nei suoi otto anni di Major League. Questi numeri non fecero più testo quando inchiodò un homer a basi piene contro il rilievo yankee Marshall Bridges, nel settimo. Fu il primo grand slam di sempre in una World Series ottenuto da un National Leaguer che portò in vantaggio i Giants per 6 a 2. La partita terminò con il risultato di 7 a 3 e la vittoria di San Francisco permise di pareggiare le Series. Per uno strano caso il vincente dei Giants altri non era che Don Larsen che (esattamente sei anni prima nello stesso giorno) aveva realizzato il suo perfect game contro i Brooklyn Dodgers. In Gara 5, Ralph Terry degli Yankees, che era andato 0-4 nelle Series, riuscì finalmente a concludere vittoriosamente la partita. Come per il resto delle gare, entrambe le squadre erano chiuse in un pareggio alla fine della partita. Questa volta, fu il turno di Tom Tresh a prendere l'iniziativa. Il rookie di New York martellò un fuoricampo da tre all'ottavo inning contro Sanford che perse la partita, nonostante avesse ottenuto dieci K in 7 innings e 1/3. Gli Yankees si imposero per 5 a 3 ed erano avanti di una partita. Dopo una fermata di cinque giorni (a causa del trasferimento e tre per la pioggia) le Series permisero ai Giants ben riposati di pareggiare i conti. Il 15 ottobre di nuovo al Candlestick Park, il pitcher Billy Pierce, nove inning con tre sole valide concesse, e il prima base Orlando Cepeda con le sue tre valide e due RBI trascinarono San Francisco al trionfo decisivo per 5 a 2, tenendo il Fall Classic in una situazione di stallo 3-3. Ralph Terry, che aveva concesso il fuoricampo spacca cuore a Bill Mazeroski decidendo le World Series del 1960, ritornò come partente in Gara 7 e rispose in modo stellare tenendo i Giants a sole due valide (avanti 1 a 0) per entrare nel nono. Il lanciatore degli Yankees si era riscattato vincendo 23 partite durante la stagione regolare nel '62 ed era sul punto di mettere a segno una vittoria con complete game. Il pinch-hitter Matty Alou con un bunt perfetto arrivò in base, ma Terry rispose eliminando al piatto sia Felipe Alou che Chuck Hiller. Willie Mays, che aveva appena realizzato un fenomenale quarantanove homerun e centoquarantuno RBI in stagione, colse l'occasione e fece saltare un doppio sul campo a destra. Maris corse velocissimo e quando la palla raggiunse l'uomo di taglio, Bobby Richardson, Alou era in terza. Nonostante il grande livello difensivo degli Yankees, il momento si stava facendo topico visto che in battuta stavano entrando gli uomini clean-up dei Giants: Willie McCovey, quarto, e Orlando Cepeda, quinto. Durante la stagione regolare, McCovey aveva realizzato venti home run e cinquantaquattro RBI mentre Cepeda aveva battuto trentacinque fuoricampo e centoquarantaquattro RBI. Il manager degli Yankees Houk decise di tenere Terry, credendo che il lanciatore destro avrebbe gestito il mancino dei Giants. Con un ball e uno strike sul conto di McCovey, Terry lanciò durò, ma lo slugger dei Giants colpì una linea verso il campo destro. Il seconda base Richardson spostatosi leggermente alla sua sinistra disperatamente raggiunse con il suo guanto la palla e con l'eliminazione dell'ultimo battitore un altro titolo delle World Series. Ancora una volta, i potenti Yankees erano stati in grado di tenere a bada un degno avversario, nonostante non avessero, in qualsiasi momento delle Series, vinto delle partite consecutive e due dei loro più grandi battitori, Roger Maris e Mickey Mantle, avessero ottenuto una media battuta di .174 e .120. Le loro misere statistiche erano certamente un complimento al pitching staff dei Giants poiché i "The M & M Boys" avevano collezionato centosettantotto home run nelle ultime due stagioni. Alla dinastia dell'American League poco importava tutto ciò, avendo dimostrato che erano ritornati e pronti per altre performance.
I programmi delle World Series del 1962
I New York Yankees vincitori delle World Series del 1962
Yogi Berra mostra ai fotografi la palla che riporta le sue tredicesime World Series (ne giocò 14 vincendone 10) prima dell'inizio di Gara 1 delle World Series del 1962
I due manager, Ralph Houk degli Yankees e Al Dark dei Giants, si stringono la mano prima di Gara 1 delle World Series del 1962
Da sinistra, Tom Tresh e Willie Mays posano prima dell'inizio di Gara 1 delle World Series del 1962
Willie Mays ha appena colpito una delle sue tre valide nella prima partita delle World Series del 1962. Il catcher è Elston Howard e l'arbitro di casa base è Al Barlick
Elston Howard scivola salvo a casa base nell'8° inning di Gara 1. Il catcher dei Giants e Ed Bailey tenta di raccogliere l'assistenza dell'interbase Jose Pagan per effettuare la toccata
Da sx: Roger Maris, Mickey Mantle e Clete Boyer celebrano la vittoria per 6 a 2 in Gara 1 delle World Series del 1962. Boyer aveva colpito un fuoricampo nel 7° inning che portò gli Yankees in vantaggio
Felipe Alou salta nel tentativo di prendere la palla battuta da Roger Maris a destra nel 1° inning di Gara 1 delle World Series del 1962 al Candlestick Park di San Francisco. Il doppio di Maris fece segnare Tony Kubek e Bobby Richardson
In apertura della World Series del 1962 il record di Whitey Ford della striscia di inning senza punti terminò a 33 2/3, quando uno squeeze di Jose Pagan portò Willie Mays a segnare il punto nel secondo inning di Gara 1. Fu la decima e ultima vittoria di Whitey Ford nelle World Series. Whitey Ford ritratto con Jose Pagan per ricordare il momento
Il pitcher dei Giants, Jack Sanford, effettua il suo primo lancio in Gara 2 delle World Series del 1962 al Candlestick Park. A destra il prima base dei Giants Willie McCovey e l'arbitro Stan Landes
Una palla in foul raggiunge le tribune al Candlestick Park nel 2° inning di Gara 2 delle World Series del 1962
Il prima base Willie McCovey è accolto dai compagni di squadra dopo il suo fuoricampo nel 7° inning di Gara 2 delle World Series del 1962 che portò i Giants in vantaggio 2-0
Il pitcher degli Yankees, Ralph Terry, regala dei sigari a Mickey Mantle per festeggiare la nascita di suo figlio Frank Gabe il 6 ottobre. Terry aveva lanciato e perso il giorno prima Gara 2 delle World Series del 1962
L'esterno dei Giants, Felipe Alou raccoglie un aquilone che era caduto all'esterno destro durante Gara 3 delle World Series del 1962 allo Yankee Stadium
Mickey Mantle (# 7) in battuta in Gara 4 delle World Series del 1962. Il catcher dei Giants è Tom Haller (# 5) e l'arbitro Jim Honochick
Chuck Hiller colpisce il grand slam nel 7° inning di Gara 4 delle World Series del 1962 che porta in vantaggio 6-2 i Giants. La partita terminerà con la vittoria dei Giants per 7-3
I fans si alzano per prendere al volo il fuoricampo di Chuck Hiller nel 7° inning di Gara 4 delle Wold Series del 1962 allo Yankee Stadium. L'esterno destro degli Yankees Roger Maris guarda la scena
I due partenti, Ralph Terry (a sinistra) e Jack Sanford prima dell'inizio di Gara 5 delle World Series del 1962
Il pitcher Ralph Terry, nella clubhouse degli Yankees dopo la sua prima vittoria in Gara 5 nelle World Series del 1962
Orlando Cepeda (# 30) elimina Mickey Mantle su pickoff nel 6° inning di Gara 7 delle World Series del 1962. L'arbitro di prima Jim Honocick chiama l'out
Cepeda (# 30) gira a vuoto il terzo strike, mentre Willie McCovey (in alto), autore di un triplo, che si trovava in 3a base non ebbe la possibilità di segnare il punto del pareggio nel 7° inning delle World Series del 1962 al Candlestick Park di San Francisco. Il catcher è Elston Howard e l'arbitro di terza Charlie Berry
Gara 7 della World Series del 1962 sono ricordate per la presa realizzata dal seconda base Bobby Richardson sul line drive colpito da Willie McCovey, con il punto vincente in seconda base, per dare agli Yankees la vittoria per 1-0 e il titolo back-delle World Series. Però, Tom Tresh realizzò una grandiosa presa, che fu altrettanto importante. Con le basi vuote e un out nel 7° inning e gli Yankees in vantaggio 1-0, Willie Mays colpì un line contro Ralph Terry, una sicura extra base. Ma Tresh con uno sforzo straordinario in corsa riuscì a prenderla. Invece di avere il corridore in posizione punto con il pericoloso tandem McCovey (che colpì subito dopo un triplo) e Orlando Cepeda, si passò a due out e le basi vuote
Giocata chiave delle World Series nel 9° inning di Gara 7 delle World Series del 1962. Willie Mays colpì un doppio a destra dove giocava Roger Maris che raccolse la palla ed effettuò un tiro perfetto al giocatore di taglio, Bobby Richardson, che a sua volta spedì la palla a casa base al catcher Elston Howard. Il coach di terza base dei Giants, Whitey Lockman, alza le mani per fermare Matty Alou in terza bloccando così il possibile punto del pareggio. Con due out e corridori in seconda e terza Willie McCovey colpì il line preso al volo da Bobby Richardson che chiuse le World Series
Il pitcher degli Yankees, Ralph Terry, lancia il suo guanto in aria dopo la vittoria per shutout, 1-0, nella settima partita decisiva delle World Series del 1962 al Candlestick Park, San Francisco
Bobby Richardson festeggiato dai compagni dopo la presa del line drive battuto da Willie McCovey che chiude Gara 7 e assegna le World Series agli Yankees. E' riconoscibile il ricevitore Elston Howard (# 32) metre abbraccia Richardson
Dopo l'incredibile complete game shutout in Gara 7 delle World Series del 1962, Ralph Terry (# 33) viene portato fuori dal campo dai suoi compagni di squadra
I manager, Ralph Houk degli Yankees (al centro) e Al Dark dei Giants (a destra), vengono intervistati dopo Gara 7 delle World Series del 1962
La prima pagina del Daily News del 17 ottobre 1962 per la vittoria degli Yankees nelle World Series
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I Los Angeles Dodgers risorsero dal crollo avuto alla fine della stagione del 1962 e andarono a vincere il pennant della National League con un vantaggio di sei partite sui St. Louis Cardinals. Il più grande fattore del ritorno al successo della squadra fu la combinazione dei due lanciatori All-Star, il giovane mancino Sandy Koufax e il destro Don Drysdale. Koufax aveva messo a segno uno sconcertante record eliminando al piatto trecentosei battitori in trecentoundici innings e la sua controparte aveva vinto diciannove partite con una ERA di 2.63. Il veterano Johnny Podres aveva aggiunto di suo quattordici vittorie (cinque delle quali per shutouts) e l'ace rilievo Ron Perranoski aveva fatto sessantanove apparizioni, ottenendo un record di 16-3 con un'ERA di 1.67. I loro avversari, a sorpresa, erano i rivali di lunga data dei New York Yankees, che nel classico stile "Bomber", potevano vantare quattro picchiatori con venti o più homerun e un'eguale pitching rotation. Whitey Ford aveva realizzato 24 vittorie e Jim Bouton, Ralph Terry e Al Downing avevano contribuito alla vittoria del pennant dell'American League con 10 partite e ½ sui Chicago White Sox. Era il settimo incontro tra i due club nel Fall Classic con gli Americans che potevano vantare il record di sei vittorie contro una sconfitta. Gara 1 venne giocata allo Yankee Stadium il 2 ottobre al cospetto di 69000 tifosi. Koufax fu il partente contro Ford, e rapidamente in apertura mise strikeout i suoi primi cinque battitori Tony Kubek, Bobby Richardson, Tom Tresh, Mickey Mantle e Roger Maris. Prima che gli Yankees avessero messo a segno una sola valida contro la nascente stella mancina, la sua squadra era già sul 4-0. Nel secondo inning, l'ex Yankee Bill Skowron (che era stato ceduto dopo le serie del '62) colpì un singolo per il primo punto dei Dodgers e John Roseboro centrò un homer da tre punti. Skowron aggiunse un'altra valida nel terzo facendo segnare un punto e Koufax continuò a dominare il monte. Dopo quattro inning, gli Yankees erano ancora in attesa che un loro corridore arrivasse in prima base e le cose non migliorarono di molto. Al quinto inning, dopo lo strikeout di Mantle, l'asso dei Dodgers costrinse Maris ad un popfly, ma concesse ai "Pinstripes" di caricare le basi sui singoli consecutivi di Elston Howard, Joe Pepitone e Clete Boyer. La minaccia rapidamente scomparve quando Hector Lopez (in battuta per Ford) divenne l'undicesima vittima per K. Dopo aver depennato il pinch-hitter Phil Linz nell'ottavo, Koufax era ad un solo strikeout dal record di Carl Erskine nelle Series in una partita con quattordici K. Il record avrebbe dovuto aspettare perchè Tom Tresh, con un homer nella parte bassa dell'inning, mise in stallo l'imminente celebrazione. Ma era solo una questione di tempo. Gli ultimi tre out dei New York per il trionfo di Koufax nella vittoria per 5-2 arrivarono su un grounder, un lineout e un flyball. L'ultimo eliminato della partita fu il quindicesimo strikeout e il nuovo record delle Series, e a farne le spese fu il pinch-hitter Harry Bright. Il giorno successivo andò in scena Gara 2. Podres tentò di mantenere vivo lo slancio dei Los Angeles e assieme al rilievo Perranoski (che si giocò solo due battitori) sconfissero gli Yankees per 4 a 1. Al primo inning, Willie Davis colpì un doppio per i primi due punti dei Dodgers seguito da un fuoricampo di Skowron nel quarto. Ad aggiungersi alla frustrazione degli Yankees ci fu l'infortunio dell'outfielder Roger Maris, che si ferì in seguito al tentativo di prendere il triplo battuto da Tommy Davis nell'ottavo inning, e che diede il quarto punto ai Los Angeles. L'unico punto segnato dagli Yankees arrivò alla fine del nono su singolo di Howard contro il rilievo Perranoski che chiuse l'inning senza altri danni. Con due partite a zero, i Dodgers tornarono nel loro palazzo sulla costa ovest inaugurato di recente e conosciuto come il Dodger Stadium. Gara 3 venne giocata il 5 ottobre. Don Drysdale rese ancora più dolce il ritorno a casa con una vittoria per 1 a 0, concedendo solo tre valide e mettendo a segno nove strikeout contro i bombers Yankees. Il pitcher di New York, Jim Bouton, autore di una grande prova, commise un solo errore nel primo inning concedendo la base su ball a Jim Gilliam, un lancio pazzo ed un singolo a Tommy Davis, che aveva appena vinto il suo secondo titolo consecutivo della National League per la media battuta. Gara 4 fu giocata domenica 6 davanti a 55912 tifosi, per lo più californiani. Nella classica rivincita dell'opener delle Series, Ford e Koufax si scontrarono di nuovo, con un lanciatore che cercava di completare una sweep e l'altro che tentava di mantenere in vita la sua squadra. Entrambi gli avversari non concessero punti fino al quinto inning quando Frank Howard dei Dodgers, sparò un fuoricampo a sinistra. Mantle pareggiò il punteggio con un fuoricampo dei suoi nel settimo, dopo essere andato con un miserabile uno su tredici alla battuta nelle Series. Willie Davis, riconquistò il comando per i Dodgers nella parte bassa dello stesso inning e da lì fu tutto dei Los Angeles. Il drammatico inning vide Jim Gilliam arrivare in terza grazie ad un errore del prima base degli Yankees Pepitone che mancò una palla tirata dal terza base Boyer. Poi, Willie Davis con un sacrificio profondo al centro del campo spinse a punto il suo leadoff. Infine, Koufax finì il lavoro alla grande concedendo solo sei valide, realizzando otto K, nella trionfante vittoria, dal risultato stretto ma determinante di 2 a 1, che non solo spazzò gli Yankees, ma che segnò anche la fine della loro ultima serie di due vittorie consecutive. "I Dodgers avevano fatto a New York quello che gli Yankees, in tutti i loro dominanti anni, non erano mai stati in grado di fare a loro. Nel gergo di baseball, li avevano sweep 'em". (The Sporting News)
I programmi delle World Series del 1963
I Los Angeles Dodgers vincitori delle World Series del 1963
Il lanciatore mancino dei New York Yankees, Whitey Ford, mostra a Sandy Koufax (# 32), lo stadio di New York, il giorno prima dell'apertura delle World Series del 1963
I due lanciatori dei Los Angeles Dodgers, Sandy Koufax e Don Drysdale, scherzano con Whitey Ford e Mickey Mantle prima dell'inizio delle World Series del 1963 allo Yankee Stadium Stan Musial effettua il primo lancio in Gara 1 delle World Series del 1963 mentre parla con Joe DiMaggio al suo fianco
Sandy Koufax in azione durante Gara 1 delle World Series del 1963. A fine partita i Dodgers si imporrano per 5 a 2 e Koufax realizzera 15 strikeout di cui 5 consecutivi
Johnny Roseboro (# 8) riceve le congratulazioni dopo aver colpito il fuoricampo da tre punti nel 2° inning di Gara 1 delle World Series del 1963. Riconoscibili: Dick Tracewski (# 44), Maury Wills (# 30), Ron Fairly (# 6) e Bill Skowron (# 14)
Mickey Mantle rientra nel dugout dopo l'eliminazione al piatto come leadoff nel 5° inning di Gara 1 delle World Series del 1963 ad opera del pitcher dei Dodgers Sandy Koufax
Sandy Koufax mette strikes out il pinch hitter Hector Lopez (# 11) nel 5° inning di Gara 1 delle World Series del 1963 allo Yankee Stadium. Il ricevitore è John Roseboro, mentre l'arbitro di casa base è Joe Paparella
L'esterno dei Los Angeles Dodgers Frank Howard effettua una difficile presa sul fly battuto da Mickey durante il 6° inning di Gara 2 delle World Series del 1963
Sandy Koufax (# 32) assieme con gli altri pitcher Pete Richert (# 45), Ron Perranoski (# 16) e Johnny Podres (# 22) prima dell'inizio di Gara 3 delle World Series del 1963
L'esterno destro dei Dodgers, Ron Fairly (# 6) prende la profonda volata di Joe Pepitone di fronte al bullpen degli Yankees nel 9° inning di Gara 3 della World Series del 1963. L'eliminazione diventò il terzo out e preservò l'incredibile complete game 1-0, 3-hit shutout, di Don Drysdale
Sandy Koufax - World Series gioco 4, 6 ottobre 1963
Sandy Koufax batte gli americani di nuovo 2â € "1 per una spazzata scioccante World Series per gli evasori. Whitey Ford cede solo due colpi, entrambi da Frank Howard, che blocca una casa lungo periodo nel 5 ° per avviare il
LA punteggio. Il pipistrello Bronx Bombers solo 0,171 e segnare solo quattro corse, il totale più basso 2 ° nel mondo
Sandy Koufax (# 32) salta sul monte dopo l'ultimo out del battitore degli Yankees, Hector Lopez, sull'assistenza dell'interbase Maury Wills (nella foto dietro di lui) al prima base Bill Skowron
Sandy Koufax, a sinistra, e il ricevitore John Roseboro si abbracciano dopo l'ultimo out di Gara 4 delle World Series del 1963
I Dodgers si scatenano nella celebrazione della vittoria nelle World Series del 1963 al Dodger Stadium. Il prima base Ron Fairly (n. 6) balza sopra ai compagni, subito dopo la fine di Gara 4 e il lanciatore Sandy Koufax è assalito dai suoi compagni. Sulla destra l'arbitro di terza Tom Gorman. Koufax fu nominato MVP delle World Series, vincendo due partite, mentre i lanciatori Johnny Podres e Don Drysdale ne vinsero una ciascuno
La festa in campo dei Dodgers dopo la vittoria in Gara 4 e la conquista delle World Series del 1963. Al centro Sandy Koufax, e sono riconoscibili Jim Gilliam (# 19), Ken McMullen (# 11) e Lee Walls (# 7)
Sandy Koufax, a sinistra, abbracciato da Don Drysdale festeggiano nella clubhouse dei Dodgers dopo la vittoria in Gara 4 delle World Series del 1963
Il primo piano di Sandy Koufax (32) e del presentatore Vin Scully nello spogliatoio durante l'intervista dei media dopo la vittoria in Gara 4 e la conquista del titolo delle World Series del 1963
Gli eroi delle World Series Don Drysdale, Sandy Koufax e Tommy Davis assieme a Bob Hope
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Dopo un'altra devastante sconfitta nel Fall Classic dell'anno precedente, un diverso team dei New York Yankees tornò nel 1964 a rappresentare l'American League. Yogi Berra aveva sostituito Ralph Houk al timone e sotto la sua guida gli Yankees erano riusciti a vincere con difficoltà il pennant dell'American League, grazie ad un'unica partita di differenza sui Chicago White Sox. Erano le quindicesime World Series per l'ex catcher Yankee, da quando apparve per la prima volta al Fall Classic nel 1947 e continuò conquistando un record nelle Series di settantacinque partite giocate prima della sua ultima uscita nel 1963. Molti dei suoi ex compagni di squadra erano rimasti a New York come Mickey Mantle pronto a giocare nella sua dodicesima finale, Whitey Ford, entrato nella sua undicesima e Bobby Richardson alla sua nona apparizione. Roger Maris, che era solo alla sua quinta stagione come yankee, era sempre apparso nelle World Series da quando vestiva il blue pinstripes. I loro avversari, i St. Louis Cardinals avevano mancato il pennant nell'anno precedente terminando a sei partite dietro i Los Angeles Dodgers (che avevano detronizzato gli Yankees in una sweep di quattro partite) e furono determinati a inseguire l'obiettivo. Proprio come i loro rivali dell'American League, però, i Cards ebbero un sacco di fortuna dalla loro per la loro ultima opportunità nella post-season. Prima i Nationals persero il loro General Manager Bing Devine a metà agosto, ma riuscirono a risalire dal quinto al primo posto (con l'aiuto considerevole dei Philadelphia Phillies, che si fecero soffiare 6 partite e ½ di distacco al 20 settembre e con ancora dodici partite da giocare). I Cardinals finirono con una partita davanti ai Phillies. Il 7 ottobre iniziarono le World Series in casa dei Cardinals al Busch Stadium davanti a circa 30000 spettatori. Whitey Ford, sempre superlativo nella postseason, mantenne il vantaggio degli Yankees sul 4-2 per entrare nella parte bassa del sesto inning. Ma l'esterno destro dei St. Louis Mike Shannon martellò un lungo homer da due punti e quando il catcher Tim McCarver lo seguì con un doppio, il 35enne Ford chiuse la sua prova e, a causa dei problemi al braccio anche le Series. La sconfitta per 9 a 5 in Gara 1, nonché la perdita del loro asso # 1 avrebbero dovuto essere un segnale per quello che doveva venire, con gli Yankees che ora sperimentavano un nuovo tipo di striscia ... di insuccessi. Il fiasco d'apertura fu la loro quinta sconfitta consecutiva nelle World Series e per la prima volta (da lungo tempo) gli Yankees non avevano i favori del pronostico. Il giorno successivo si giocò la seconda partita delle serie. Nel tentativo di scuotere rapidamente la sua squadra, Berra diede la palla di Gara 2 ad un intraprendente rookie di nome Mel Stottlemyre opposto all'asso dei Cardinals, Bob Gibson. Stottlemyre aveva lanciato forte nella fase finale (dopo esser stato chiamato da Richmond in agosto) ed era stato un fattore decisivo per New York nella corsa al pennant dell'American League. Entrambi i lanciatori rimasero fermi fino a quando Gibson fu sostituito e il suo rilievo Gordie Richardson concesse quattro punti al nono inning per la sconfitta dei Cards con il risultato finale di 8-3, rimettendo i "Bombers" di nuovo in gara. Dopo un giorno di riposo per il trasferimento, gli Yankees attendevano i loro avversari allo Yankee Stadium attorniati da 67101 tifosi. Gara 3 seguì lo stesso copione con il veterano Curt Simmons opposto al pitcher di casa Jim Bouton. Gli Yankees erano bloccati all'ottavo inning sul pareggio di 1 a 1. Il manager Johnny Keane usò il pinch-hitter Bob Skinner per Simmons nel nono, quando i Cardinals si resero minacciosi, ma non riuscirono a segnare. Barney Schultz, un rilievo clutch per St. Louis, entrò in gioco alla fine del nono e lanciò un sola palla, che Mantle prontamente spedì in tribuna sul lato destro per la vittoria di 2 a 1. L'11 ottobre venne giocata Gara 4 e il pitcher dei Cards Ray Sadecki iniziò contro Al Downing degli Yankees, ma venne colpito inesorabilmente con tre punti veloci nel primo inning. Downing meglio attrezzato protesse il vantaggio fino al quinto inning, ma il mancino venne inchiodato da Ken Boyer con un grand slam nell'inning successivo. Con i due rilievi Roger Craig e Ron Taylor che lanciarono per 8 inning e 2/3 concedendo solamente due hit e nessun punto, i St. Louis conquistarono una vittoria insperata per 4 a 3. Bob Gibson ritornò in Gara 5 e alla fine del nono gli mancava un solo out per la vittoria per 2-0 quando Tom Tresh degli Yankees colpì un homer da due punti pareggiando la partita. Gibson alla fine prevalse però, dopo che Tim McCarver mise a segno un drammatico fuoricampo da tre punti contro il rilievo degli Yanks, Pete Mikkelsen, per la vittoria 5-3. Il 14 ottobre andò in scena Gara 6 a St. Louis e fu l'ennesima testimonianza dell'equilibrio delle due squadre ancora inchiodate in parità 1-1 prima di entrare nel sesto inning. Questa volta furono gli Yankees ad avere la meglio grazie a due consecutivi fuoricampo di Mantle e Maris e di un grand slam di Joe Pepitone contro il rilievo Gordon Richardson nell'ottavo inning. Quando tutto fu finito, New York aveva vinto 8-3, mentre rimaneva in vita e trascinava i Cardinals alla finale di Gara 7. Sia Stottlemyre che Gibson tornarono a lanciare la finale bollente che rimase senza punti per tre inning. Poi i Cardinals si scatenarono mettendo a segno tre punti nel quarto e altri tre nel quinto, con un home run di Lou Brock. Brock (preso a metà giugno dai Cubs) si rivelò un brillante investimento durante la stagione regolare dopo aver rubato trentatré basi e battuto .348 in centotre partite. Mantle rispose con un homer da tre nel sesto ma Ken Boyer nel settimo con un solo fuoricampo allungò il vantaggio dei Cards, 7 a 3. Clete Boyer e Phil Linz imitarono "The Mick" con due fuoricampo senza uomini in base nel nono. Nonostante i loro sforzi, Gibson fu grande e finì con un complete game e il trionfo per 7 a 5 dei Cardinals. I fratelli Boyer erano stati stellari per le rispettive squadre e stabilirono un record come la prima coppia di fratelli a colpire dei fuoricampo nelle stesse Series. Ken aveva contribuito con due per i St. Louis e Clete ne mise a segno uno per New York (uno ciascuno nella stessa partita). Per i Cardinals, era la fine di una condizione di siccità nella postseason da quando erano apparsi l'ultima volta nel Fall Classic nel 1946. Per gli Yankees, era la fine di un'epoca, e come perenni campioni stavano per iniziare una stagione deludente. Entro due anni, la dinastia dell'American League sarebbe caduta dal primo all'ultimo posto, e sarebbero passati parecchi anni prima di tornare al loro antico splendore (dodici anni per l'esattezza). Fu l'ultima apparizione nelle World Series per molti giocatori abituali tra cui Mantle (che aveva stabilito il record di 18 fuoricampo, il migliore di tutti i tempi nelle Series), Ford, Richardson, Kubek e Boyer. Howard apparve nel Fall Classic ancora una volta (con i Boston Red Sox) e Maris era destinato a giocarne altre due con i Cardinals. Entrambi i manager non rimasero più al timone dopo la serie (Berra fu licenziato e Keane rassegnò le dimissioni), ma uno strano scherzo volle che il disoccupato skipper dei Cardinals Johnny Keane riapparisse nella divisa degli Yankees come sostituto di Yogi Berra. "Non ho mai pensato di tirarlo (Bob Gibson) fuori (in gara sette delle World Series 1964). Avevo un impegno con il suo cuore". (Johnny Keane, Manager dei Cardinals)
I programmi delle World Series del 1964
I St. Louis Cardinals vincitori delle World Series del 1964
I fratelli Ken e Clete Boyer durante le World Series del 1964. Clete giocò con i New York Yankees in cinque World Series. In gara 7, Ken colpì un doppio e un home run per portare i Cards al titolo delle World Series. Anche Clete colpì un fuoricampo nella partita e i Boyers diventarono i primi fratelli a colpire fuoricampo nella stessa World Series
Il catcher di riserva Bob Uecker suona scherzosamente il trombone prima dell'inizio delle World Series del 1964
Lou Brock segna il primo punto dei Cardinals nel 1° inning di Gara 1 delle World Series del 1964. Dopo aver battuto un singolo con un out, Brock viene spinto in terza sulla valida di Dick Groat e sulla battuta di sacrificio di Ken Boyer all'esterno destro raggiunge casa base. Il catcher degli Yankees è Elston Howard e sulla sinistra il pitcher Whitey Ford
Mike Shannon colpisce il fuoricampo da due punti nel 6° inning di Gara 1 delle World Series del 1964
Mickey Mantle sventola a vuoto sul lancio di Bob Gibson (# 45) nel 1° inning di Gara 2 delle World Series del 1964. Il ricevitore è Tim McCarver e l'arbitro di casa base è Bill McKinley
Tim McCarver gira la seconda dopo aver colpito un triplo nella parte bassa del 4° inning di Gara 1 delle World Series del 1964. Dietro c'è il seconda base degli Yankees Bobby Richardson che nelle Series realizzò un record di 13 valide
Tim McCarver scivola salvo nel 6° inning di Gara 1 delle World Series del 1964. Il catcher degli Yankees Elston Howard non riesce a controllare il tiro dell'esterno sinistro Tom Tresh e la giocata è controllata dall'arbitro di casa base Frank Secory
Mike Shannon, al centro, viene intervistato dai giornalisti dopo Gara 1 delle World Series del 1964. Shannon colpì un fuoricampo da due punti nel 6° inning per pareggiare la partita e contribuì alla sostituzione del pitcher degli Yankees Whitey Ford. Nello stesso inning vennero segnati altri due punti per il momentaneo 6 a 4
Joe Pepitone sta per iniziare lo swing ma verrà colpito dalla palla di Bob Gibson (# 45) nel 6° inning di Gara 2 delle World Series del 1964. L'arbitro di casa base, Bill McKinley, chiamera l'hit by pitch che spingerà Mickey Matle in seconda e poi a punto sul singolo di Tom Tresh per il 2 a 1 degli Yankees. Il catcher è Tim McCarver
Il coach di terza base Frank Crosetti si congratula con Mickey Mantle per il suo walk-off home run nel 9° inning di Gara 3 delle World Series del 1964 che porta alla vittoria gli Yankees per 2 a 1. Sulla sinistra il terza base dei Cardinals Ken Boyer che rientra in panchina
Mickey sta per toccare il piatto di casa dopo il suo walk-off homer nel 9° inning di Gara 3 delle World Series del 1964. Elston Howard (# 32) con Joe Pepitone (# 25) e Tom Tresh (# 15) sono in attesa del loro turno per stringergli la mano. Il catcher dei Cards, Tim McCarver, guarda per assicurarsi che Mickey tocchi casa base. Nella parte superiore della foto, l'avvilito pitcher Barney Schultz va verso il dugout
I compagni di squadra dei Cardinals aspettano l'arrivo a casa base di Ken Boyer che ha appena colpito il grand slam nel 6° inning di Gara 4 delle World Series del 1964. Ad attenderlo ci sono Cari Warwick (# 17), Dick Groat (# 24) e Curt Flood (# 21), che erano in base quando Boyer ha colpito l'homerun. A sinistra c'è Bill White (# 12), il battitore successivo e a destra l'arbitro di casa base Hank Soar
L'esterno sinistro degli Yankees Tom Tresh tenta di prendere in tuffo la palla battuta da Bob Gibson nel quinto inning di Gara 5 delle World Series del 1964. Mancherà la palla e a Gibson verrà accreditata una valida. Nell'inning i Cards segneranno due punti per portarsi sul 2 a 1
Il manager Yogi Berra contesta all'arbitro di prima base Al Smith la chiamata di out a Joe Pepitone, a destra, sull'assistenza del pitcher Bob Gibson a Bill White nel 9° inning di Gara 5 delle World Series del 1964. A fianco di Berra c'è il coach di prima Jimmy Gleason. Subito dopo Tom Tresh colpirà un fuoricampo da due per pareggiare la partita e andare al 10° inning
Tim McCarver (# 15) viene accolto dai compagni di squadra Dick Groat (# 24) e Bill White (# 12), che si trovavao in base, dopo aver battuto il fuoricampo da tre nella parte bassa del 10° inning di Gara 5 delle World Series del 1964 che portava i Cards in vantaggio 5 a 3. Di spalle Mike Shannon (#18), il prossimo battitore, e sulla sinistra l'arbitro di casa base Vinnie Smith
Il grand slam di Joe Pepitone nell'8° inning di Gara 6 delle World Series del 1964
Joe Pepitone tocca casa base dopo aver colpito il grand slam nella parte alta dell'8° inning di Gara 6 delle World Series del 1964. Ad attenderlo i tre giocatori in base Mickey Matle (# 7), TomTresh (# 15) e Elston Howard che gli stringe la mano
Ken Boyer scivola salvo nel 5° inning di Gara 7 delle World Series del 1964 dopo aver fatto il pesta e corri sulla volata corta di Tim McCarver. Il catcher degli Yankees Elston Howard manca il tiro dell'esterno destro Mickey Mantle
Bob Gibson nell'ultimo inning di Gara 7 delle World Series del 1964 mentre sta lanciando a Bobby Richardson degli Yankees, che sarà l'out finale della partita
Il lanciatore Bob Gibson è abbracciato dal terza base Ken Boyer e il catcher Tim McCarver si precipita a congratularsi con lui al termine di Gara 7 delle World Series del 1964
Il catcher Tim McCarver abbraccia Bob Gibson dopo l'out finale di Gara 7 delle World Series del 1964. Il terza base Ken Boyer è sulla sinistra. A destra per congratularsi con i loro compagni di squadra ci sono Ed Spiezio (# 26) e Mike Cuellar (# 35). In primo piano, di spalle, ci sono Curt Flood (# 21) e Mike Shannon
La festa in campo dei Cardinals dopo la vittoria per 7 a 5 in Gara 7 delle World Series del 1964. Roger Craig salta sul gruppo di compagni di squadra che circondano il lanciatore Bob Gibson dopo l'ultimo out. Identificabili Craig (# 41), Ed Spiezio (# 26), Gordon Richardson (# 22), Charlie James (# 23), il coach Joe Schultz (# 3) e Bill White (# 12)
La felicità di Bob Gibson, nella clubhouse, mentre alza il pugno destro dopo la vittoria in Gara 7 delle World Series del 1964
Dick Groat (# 24) e Bob Gibson nella clubhouse mentre festeggiano con lo champagne la vittoria delle World Series del 1964
Il manager degli Yankees Yogi Berra si congratula con lo skipper dei Cardinals Johnny Keane per la vittoria delle World Series del 1964
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Dopo appena un anno di assenza, i Los Angeles Dodgers ritornarono al Fall Classic grazie al braccio di Sandy Koufax, vincitore delle Series del '63. La postseason avrebbe messo alla prova il mancino che aveva appena terminato la regular season con un record di 26-8, 2.04 di ERA e un perfect game qualche settimana prima, il 9 settembre 1965 (la sua quarta no-hitter in quattro stagioni). I Dodgers avevano vinto il pennant con un record di 97-65 a due partite dai San Francisco Giants. I loro rivali dell'American League, i Minnesota Twins, stavano facendo il loro debutto nelle World Series e molti ritenevano che i vincitori della National avrebbero avuto il loro bel da fare a fronteggiare le battute di Harmon Killebrew e Zoilo Versalles. Minnesota aveva realizzato un record di 102-60 vincendo il pennant dell'AL, e lasciando a sette partite i diretti inseguitori dei Chicago White Sox. Gara 1 fu giocata mercoledì 6 ottobre al Metropolitan Stadium davanti a circa 48000 spettatori. Purtroppo per i Dodgers, la partita cadeva nella festa ebraica dello Yom Kippur e Koufax, a causa degli obblighi religiosi, non vi partecipò. Don Drysdale venne scelto al suo posto e sottovalutò gli inesperti Twins. L'asso dei Los Angeles, durò solo 2 inning e 2/3 e poi si arrese a un fuoricampo con le basi vuote di Don Mincher nel secondo e a un fuoricampo da tre punti di Zoilo Versalles, nel terzo inning. Con due out concesse altri due punti e a quel punto il manager Walter Alston lo sostituì con Howie Reed che chiuse finalmente l'inning. Fu una ripresa così devastante e durò così a lungo, che alcuni giocatori del lineup andarono a battere due volte. Frank Quilici, per esempio, fu il primo a battere nell'inning aprendo con un doppio, e quando ritornò colpì un singolo che portò a casa il sesto punto. Minnesota vinse l'apertura shock per 8 a 2, grazie anche al pitcher dei Twins, Mudcat Grant, autore di un complete game. Un Koufax frustrato salì sul monte il giorno successivo per Gara 2 deciso a trascinare i suoi Dodgers al riscatto. Jim Kaat fu il partente dei Twins e si confrontò con la star dei Los Angeles, lancio dopo lancio, attraverso cinque inning senza che nessuno dei due concedesse punti. Poi, dopo un errore iniziale da parte del terza base dei Dodgers Jim Gilliam, Minnesota andò a segno con due punti nel sesto grazie al doppio di Tony Oliva e al singolo di Killebrew. Come misura estrema, Koufax fu tolto, ma i Twins continuarono a malmenare il rilievo Ron Perranoski con altri tre punti, nei successivi due innings, e la vittoria finale con il risultato di 5 a 1. Non solo i "rookie" dei Twins sconfissero i "veterani" dei Dodgers nelle loro prime due uscite, ma lo avevano fatto battendo i loro due migliori lanciatori. Dopo aver dimostrato di poter battere i migliori che Los Angeles aveva da offrire, i campioni dell'American League erano ora due giochi a zero e pronti ad andare in casa dei loro avversari al Dodger Stadium. Purtroppo per loro, non poterono battere il loro "miglior terzo pitcher" Claude Osteen (quindici vittorie e 2.79 di ERA) che controllò i Twins concedendo solo cinque valide in nove riprese, per un importante trionfo finale che riapriva i giochi. Il risultato di 4 a 0, fu anche opera di Johnny Roseboro che sostenne il suo mancino con un singolo per i primi due punti nel quarto inning contro lo starter veterano dei Twins Camilo Pascual, che aveva lavorato sin dal 1954 a lungo e duramente per la sua franchigia degli Washington Senators - mutata poi in Minnesota Twins. Drysdale ritornò per redimersi in Gara 4 e ci riuscì dopo aver eliminato al piatto undici Twins vincendo per 7 a 2, e riportando in parità le Series. Ron Fairly contribuì con tre RBI e Lou Johnson e Wes Parker, con un fuoricampo da un punto a testa, trascinarono l'attacco dei Dodgers. Il giorno dopo, Koufax seguì l'esempio del suo omologo, ottenendo il suo primo successo in queste Series dopo aver concesso soltanto quattro valide (tutti singoli) e cancellato al piatto dieci battitori in Gara 5. Il resto dei Dodgers avevano messo a segno anche undici singoli, tre doppi, quattro basi rubate e nessun errore, chiudendo in difesa anche tre doppi giochi. Alla fine fu una vittoria per 7 a 0, in cui Maury Wills realizzò quattro valide e Willie Davis rubò tre basi. La situazione si era drammaticamente capovolta ed erano ora i Dodgers a condurre le danze pronti a festeggiare il possibile scivolone dei Twins. Poiché il Fall Classic tornava al Metropolitan Stadium, il manager dei Twins Sam Mele utilizzò come partente il vincitore di 21 partite Mudcat Grant, che tornava sul monte dopo soli due giorni di riposo. Il veterano lanciatore non sembrava stanco e mantenne in vantaggio i Twins per 2 a 0 fino alla fine del quinto. Poi mise da parte ogni indugio colpendo egli stesso un fuoricampo da tre punti contro Howie Reed, che aveva sostituito Osteen. Minnesota vinceva Gara 6 per 5 a 1 (pareggiando la serie con tre partite a testa), ma ora si trovava di fronte l'enigma di battere una seconda volta uno dei due grandi lanciatori dei Dodgers. Con una mossa a sorpresa il manager Walter Alston, scelse Koufax, su Drysdale, per la Gara finale pur avendo riposato solo due giorni. Ancora una volta Kaat, che aveva realizzato diciotto vittorie durante la stagione regolare, sarebbe stato il suo avversario per la terza volta nel torneo. L'asso dei Dodgers non mostrò segni di stanchezza lanciando una shutout, concedendo tre sole valide ed eliminando al piatto dieci Twins. Il suo rivale non se la cavò altrettanto bene e venne rimosso nel quarto inning dopo aver concesso un fuoricampo al leadoff Lou Johnson, un doppio a Ron Fairly e un singolo a Wes Parker. Mentre i rilievi di Minnesota Al Worthington, Johnny Klippstein, Jim Merritt e Jim Ferry non concessero più nulla a Los Angeles, i Twins non riuscirono a sfondare e dovettero inchinarsi alla sconfitta per 2 a 0. Pur essendo in inferiorità numerica, 5-1, sul monte Sandy Koufax ce l'aveva fatta di nuovo e i suoi Dodgers si ritrovavano Campioni del Mondo di baseball per la seconda volta in tre anni.
I programmi delle World Series 1965
I Los Angeles Dodgers vincitori delle World Series del 1965
Il Vice Presidente Hubert Humphrey lancia la prima palla tra il manager dei Minnesota Twins Sam Mele, a sinistra, e il manager dei Los Angeles Dodgers Walter Alston, a destra, nella gara d'apertura delle World Series del 1965
Gli slugger dei Los Angeles Dodgers del 1965, da sx: Willie Davis, Derrell Griffith, John Roseboro, Ron Fairly e Tommy Davis
Da sinistra, i due partenti Jim Grant e Don Drysdale posano per le foto di rito prima di Gara 1 delle World Series del 1965
James "Mudcat" Grant in azione durante Gara 1 delle World Series del 1965. Grant sconfisse l'asso dei Dodgers Don Drysdale
Don Mincher (# 5) dei Twins guarda il fuoricampo appena battuto contro Don Drysdale nel 2° inning di Gara 1 delle World Series del 1965. L'arbitro di casa base è Eddie Hurley e il ricevitore è John Roseboro
Da sinistra: Zoilo Versalles, il pitcher vincente Jim Grant e Don Mincher posano per i fotografi nella clubhouse dopo la vittoria in Gara 1 delle World Series del 1965. Versalles colpì un fuoricampo da tre nel 3° inning e Mincher ne colpì uno da solista nel 2° inning
L'espressione scorata di Sandy Koufax in Gara 2 delle World Series del 1965
Due momento della grande presa in tuffo di Bob Allison nel 5° inning sul line di Jim Lefebvrene in Gara 2 delle World Series del 1965
Bob Allison, esterno sinistro dei Twins, con i giornalisti dopo la vittoria in Gara 2 delle World Series del 1965. Allison segnò un punto, ed eseguì una presa in tuffo nel quinto inning sul line di Jim Lefebvre che si rivelò una delle più grandi giocate della partita
Da sinistra: Sandy Koufax, Claude Osteen e Don Drysdale festeggiano la vittoria in Gara 3 delle World Series del 1965
Sandy Valdespino dei Minnesota mentre scivola in seconda nel primo inning di Gara 5 delle World Series del 1965. Valdespino aveva cercato di allungare un singolo in un doppio ma l'assistenza dell'esterno Lou Johnson al seconda base Dick Tracewski, al centro, permise di eliminarlo. L'arbitro di spalle è Ed Vargo
Da sinistra: Maury Wills, Sandy Koufax e Willie Davis festeggiano dopo aver vinto Gara 5 delle World Series del 1965. In quella partita, Koufax lanciò una shutout, mettendo strikeout 10 battitori e concedendo solo quattro valide
Da sinistra, Lou Johnson, esterno dei Dodgers, si fa firmare la palla dallo slugger dei Twins Harmon Killebrew prima di Gara 6 delle World Series del 1965
Bob Allison (# 4) dei Twins guarda uscire il suo fuoricampo, da due punti, battuto contro Claude Osteen nel 4° inning di Gara 6 delle World Series del 1965. L'arbitro di casa base è Ed Vargo e il catcher è John Roseboro
Il fuoricampo da due punti di Bob Allison dei Twins nel 4° inning di Gara 6 delle World Series del 1965
Jim Grant subito dopo aver colpito il fuoricampo da tre punti nel 6° inning di Gara 6 delle World Series del 1965. Il pitcher di spalle è Howie Reed, il catcher John Roseboro e l'arbitro di casa base Ed Vargo. Di spalle l'arbitro di seconda Tony Venzon
Jim Grant (# 33) inizia la corsa dopo aver colpito il fuoricampo nel 6° inning di Gara 6 delle World Series del 1965
Jim Grant, a sinistra, sta arrivando al piatto dopo aver colpito il fuoricampo da tre punti nel 6° inning di Gara 6 delle World Series del 1965. Ad attenderlo Zoilo Versalles (# 2). Di spalle il catcher dei Dodgers John Roseboro (# 8) e sul monte il pitcher Howie Reed
Jim Grant viene accolto dai suoi compagni di squadra dopo il fuoricampo da tre punti nel 6° inning di Gara 6 delle World Series del 1965. Il manager Sam Mele, a sinistra, Sandy Valdespino e Jerry Kindall si congratulano con il giocatore
Da sinistra: Jim Grant e Bob Allison festeggiano nella clubhouse dopo la vittoria in Gara 6 delle World Series del 1965. I due avevano battuto ciascuno un fuoricampo portando a casa i 5 punti della vittoria dei Twins
La grande presa al volo dell'esterno destro dei Twins, Tony Oliva, nel primo inning di Gara 7 delle World Series del 1965 sul fly corto di Lou Johnson
La chiamata dell'arbitro di foul destro Ed Vargo sulla presa di Tony Oliva nel primo inning di Gara 7 delle World Series del 1965 sul fly corto di Lou Johnson
Sandy Koufax in azione durante Gara 7 delle World Series del 1965
Sandy Koufax, al centro, complimentato dai compagni dopo la shutout 2-0 in Gara 7 delle World Series del 1965. Identificabili Jim Lefevre (# 5), il manager Walter Alston (# 24), il catcher John Roseboro e Wes Parker, alla sinistra di Sandy
Sandy Koufax e Don Drysdale festeggiano nella clubhouse la vittoria di Gara 7 e la conquista delle World Series del 1965
Walter Alston fa il pugno dopo la vittoria per 2-0 in Gara 7 e la conquista delle World Series del 1965
Il manager dei Dodgers Walter Alston posa davanti allo striscione di Campioni delle World Series del 1965 subito dopo il rientro da Minneapolis
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A metà degli anni '60 i Los Angeles Dodgers avevano sostituito i perenni campioni dei New York Yankees come la prima dinastia del baseball, avendo vinto le World Series per la seconda volta in tre anni. I Dodgers avevano vinto il titolo della NL dopo una lotta serrata con i Giants, distaccati solamente di una partita e 1/2 e un record di 95-67. Dopo aver tenuto i "Bronx Bombers" a quattro punti nella loro sweep di quattro partite nel '63 e limitato i Minnesota Twins a sette punti nelle ultime cinque partite delle Series del '65, i Dodgers avevano dimostrato che un grande pitching può ridurre al silenzio quasi tutti i lineup. I loro rivali dell'American League, i Baltimore Orioles vantavano anche loro una forte rotation con Jim Palmer (quindici vittorie) e il vincitore della Triple Crown, Frank Robinson. Robinson aveva finito la stagione regolare con un record molto alto della League di quarantanove fuoricampo, 122 RBI e una media battuta di .316. Gli Orioles avevano vinto il pennant dell'AL davanti ai Twins con nove partite di scarto e un record di 97-63. Entrambe le squadre sembravano equivalersi bene, anche se nessuno con l'uniforme di Baltimora aveva i numeri che si avvicinavano a Koufax, salito sul gradino più alto dei pitcher della Major League in poche brevi stagioni. Le World Series iniziarono il 5 ottobre a Los Angeles davanti a 56000 spettatori. In Gara 1, la stella mancina degli Orioles, Dave McNally, tenne un primo vantaggio per 4 a 1 fino al terzo inning. Frank Robinson aveva iniziato benissimo per gli Orioles con un homer da due, nel primo inning, subito seguito da quello di Brooks Robinson. Anni dopo, Brooks dichiarò che colpire un homer "back-to-back" nelle World Series era stata la sua più grande emozione nel baseball, anche superiore alla sua induzione nella Hall of Fame del baseball. McNally eliminò il primo battitore dei Dodgers nel terzo inning, ma poi concesse tre basi su ball consecutive. Il manager degli Orioles, Hank Bauer, prontamente sostituì il ventitreenne, con Moe Drabowsky. Il veterano rilievo eliminò Wes Parker, ma poi concesse una base su ball a Jim Gilliam che spinse Johnson a casa base. Drabowsky mantenne la calma e costrinse John Roseboro a battere in foul out. Fu l'ultima occasione per segnare dei Los Angeles per il resto della giornata. Il trentunenne rilievo continuò a eliminare i Dodgers nel quarto e quinto inning mentre eguagliava il record del Fall Classic di sei strikeout consecutivi. Alla fine, raggiunse gli undici strikeout in 6 innings e 2/3 senza punti e concedendo una sola valida per il successo degli Orioles nella gara di apertura con il risultato di 5 a 2. Per Gara 2, fu dato a Jim Palmer, degli Orioles, il monumentale compito di tenere il passo con Sandy Koufax. Il veterano dei Dodgers aveva appena finito un'altra stagione da All-Star con 27 vittorie ed un'ERA di 1.73 e molti ritenevano che non ci sarebbe stato alcun confronto. Palmer sorprese tutti, però, tenendo testa all'asso dei LA, lancio dopo lancio, per una gara senza punti che durò fino al quinto. Gli Orioles furono i primi a rompere l'equilibrio con tre punti non guadagnati in un inning terribile di Willie Davis dei Dodgers. In primo luogo, l'esterno centro fece cadere delle palle al volo consecutive (dopo averle perse nel sole). Poi tirò una palla che passò la terza base dopo il secondo rimbalzo. Luis Aparicio aggiunse l'unico RBI dell'inning e prima che i Dodgers sapessero che cosa li aveva colpiti, erano sotto 3 a 0. Koufax, che soffriva di artrite ad un gomito, inciampò di nuovo al sesto dopo aver concesso un triplo a Frank Robinson e un singolo a Boog Powell, che lo spinse a casa. Prima del disastro totale, Koufax riuscì a limitare i danni uscendo da una situazione di prima e seconda occupate e un out, costringendo Andy Etchebarren a battere a terra in doppio gioco. Tuttavia, fu una fine infelice questa partita per Koufax nelle Series e, in definitiva, nella sua carriera. Annunciò il suo ritiro nel novembre successivo, nel tentativo di evitare danni permanenti al braccio. Zittiti i suoi critici, il ventenne "Underdog" dei Baltimora finì al top, consentendo solo quattro valide per la vittoria di 6 a 0. Come le Series si trasferirono a Baltimora per la prima volta nella loro storia lunga sessantrè anni, un altro giovane lanciatore di nome Wally Bunker andò sul monte e concesse sei valide afferrando una vittoria per 1 a 0. Anche se la squadra di casa ottenne solamente tre valide contro la rotation dei Dodgers, uno di questi fu un homer mostruoso di 430 piedi di Paul Blair contro Claude Osteen nel quinto. McNally tornò a salvare la faccia in Gara 4 contro Drysdale ed entrambi i pitcher concessero solo quattro hit. Purtroppo per i Dodgers, uno di queste fu una cannonata nel quarto inning di Frank Robinson che atterrò nelle tribune a sinistra del campo. Il risultato fu un'altra vittoria di Baltimora per 1-0 e il titolo delle World Series. Gli Orioles avevano sconfitto la più recente dinastia del baseball e l'avevano fatto con statistiche tutt'altro che spettacolari. Alla fine, il loro score totale diceva che avevano battuto 24 valide e dieci RBI in quattro partite. Tuttavia, i Dodgers vantavano un totale ancora più inferiore (realizzando un record all-time), con due punti, diciassette valide, .142 di media battuta e un patetico trentatré inning consecutivi senza punti.
I programmi delle World Series del 1966
I Baltimore Orioles vincitori delle World Series del 1966
Da sinistra, Luis Aparicio dei Baltimore Orioles, e Maury Wills dei LA Dodgers posano prima dell'inizio delle World Series del 1966
Da sinistra, Frank e Brooks Robinson, pedine fondamentali degli Orioles per la vittoria delle World Series del 1966
Due immagini di Moe Drabowski in azione durante Gara 1 delle World Series del 1966
Frank Robinson e Brooks Robinson posano per i fotografi di Los Angeles dopo aver guidato i loro Baltimore Orioles alla vittoria, per 5 a 2, nella partita di apertura delle World Series del 1966
L'esterno centro dei Dodgers, Willie Davis, perde un long fly battuto da Andy Etchebarren nel 5° inning di Gara 2 delle World Series 1966. Davis raccolse la palla e la tirò male in terza, per il suo terzo errore dell'inning, un nuovo record della serie
Due riprese di Willie Davis (a sinistra) e Ron Fairly dei Dodgers mentre mancano entrambi una palla colpita al centro-destra da Frank Robinson dei Baltimore Orioles nel 6° inning di Gara 2 delle World Series 1966
Il fuoricampo di 430 piedi di Paul Blair degli Orioles, contro il pitcher dei Dodgers Claude Osteen, nel 5° inning di Gara 3 delle World Series del 1966
I pitcher vincitori delle prime tre partite delle World Series del 1966 Wally Bunker, a sinistra, Jim Palmer, il secondo a sinistra, e Moe Drabowski (# 25) posano con il partente di Gara 4 McNally (# 19) prima dell'inizio della stessa
Il catcher Andy Etchebarren (# 8) con il pitcher Dave McNally (# 19) corrono incontro a Brooks Robinson (# 5), a sinistra, dopo l'ultimo out in Gara 4 delle World Series 1966
La foto precedente vista da un'altra angolazione
Frank Robinson intervistato subito dopo la vittoria in Gara 4 e la conquista delle World Series 1966
Il Vice Pres. Hubert H. Humphrey si congratula con il manager degli Orioles Hank Bauer, dopo Gara 4 delle World Series del 1966
Da sinistra, i compagni di squadra Frank Robinson e Dave McNally posano abbracciati dopo aver sconfitto i Dodgers in Gara 4 e conquistato le World Series del 1966
Frank Robinson e il Vice Pres. Hubert H. Humphrey, dopo la vittoria in Gara 4 delle World Series del 1966
La prima pagina del The Sun del 10 ottobre 1966 con la vittoria delle World Series da parte della formazione cittadina dei Baltimore Orioles
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I Boston Red Sox ritornavano finalmente al "Big Show", dopo un'estenuante assenza di 21 anni per affrontare ancora i Cardinals, una squadra molto più esperta. I campioni della National League erano passati come un rullo compressore sui loro avversari ed avevano terminato la regular season con un impressionante record di 10 partite e ½ sul resto della League. Finiti noni nel '66, i Boston arrivarono al primo posto dopo un'interminabile lotta a quattro squadre per il pennant. Nonostante la maratona testa a testa, il team del manager rookie Dick Williams era riuscito a chiudere la regular season in vantaggio di una partita sia sui Detroit Tigers che sui Minnesota Twins e aveva lasciato i Chicago White Sox a tre partite. Bob Gibson era rimasto la più grande minaccia dei "Redbirds" vincendo diciannove, venti e ventuno partite nei tre anni precedenti, anche se aveva totalizzato solo quattordici vittorie nella regular season del '67. I Cardinals, trainati da Orlando Cepeda (25 home run, 111 RBI e una media battuta di .325), avevano dato il pennant a Red Schoendienst, al suo terzo anno come manager dei St. Louis. Altri fattori chiave includevano l'outfielders Curt Flood (con .335 di media battuta), Lou Brock (cinquantadue basi rubate), il ventinovenne rookie pitcher destro Dick Hughes (sedici vittorie) e i giovani lanciatori Nelson Briles e Steve Carlton. Per Boston, Carl Yastrzemski vantava la Triple Crown (quarantaquattro fuoricampo, 121 RBI e una media di .326) e il pitcher Jim Lonborg aveva vinto 22 partite (dieci più di ogni altro lanciatore della rotazione). Quando andò in scena il 4 ottobre Gara 1 nel pittoresco Fenway Park, Gibson fu opposto a Jose Santiago in quello che sarebbe stato un incubo per i battitori. L'asso dei Cardinals mise strike out dieci battitori e concesse solo sei valide in tutta la giornata vincendo per 2 a 1. Roger Maris (preso dai New York Yankees nel dicembre 1966), battè due rimbalzanti che consentirono ai suoi compagni di segnare entrambi i punti dei St. Louis al terzo e al settimo inning. Gara 2, però, appartenne ai "Beantown Bombers" con Yastrzemski che inchiodò due homer e Lonborg che lanciò una no-hit per 7 inning e 2/3 prima di concedere una sola valida (un doppio a Julian Javier), vincendo una partita capolavoro per 5 a 0. Come le Series si spostarono al Busch Memorial Stadium di St. Louis il 7 di ottobre, la squadra di casa rispose con due vittorie per 5-2 e 6-0. In Gara 3 i Cardinals sventarono gli sforzi dei Boston con Nelson Briles, che concesse solo sette valide, e Mike Shannon con un fuoricampo da due punti, dimostrando di essere i fattori decisivi, mentre Gibson con cinque valide concesse e due RBI a testa di Maris e Tim McCarver misero in custodia Gara 4 per i "Redbirds". Lonborg ritornò per Gara 5 dopo lo sforzo eccezionale della seconda uscita e nulla cambiò con il destro venticinquenne che concesse due hit, lanciando una shutout per oltre 8 inning e 2/3. Poi si stabilì sul risultato finale di 3 a 1, quando Maris colpì l'ultimo disperato fuoricampo a destra da un punto per i Cards. Le Series ritornarono a Boston e l'11 ottobre si giocò Gara 6. La squadra ospite prese un vantaggio di 2 a 1 e si entrò nella parte bassa del quarto inning, quando il pitcher Dick Hughes dei Cardinals (che aveva guidato la National League con una percentuale di vittorie di .727) concesse un record di tre homer in un unico inning. Yastrzemski colpì il quarto lancio con un long drive oltre il muro al centro e, dopo due out, il rookie Reggie Smith e Rico Petrocelli ne martellarono altri due consecutivi. Brock riuscì a pareggiare la partita sul quattro a quattro, con un homer da due punti nel settimo, ma Boston reagì nella parte bassa dello stesso inning con quattro punti che li spinse alla vittoria per 8 a 4. Gara 7 prometteva di essere una sparatoria tra i "pistoleri" Gibson e Lonborg che si incontravano per il duello finale. Entrambi i lanciatori erano 2 a 0 nella serie con Gibson che aveva concesso 11 valide e un punto in diciotto inning e Lonborg aveva il record di 4 valide e un punto nelle sue diciotto riprese. Lanciando con tre giorni di riposo (per i suoi rivali erano due) l'asso dei Cardinals dominò chiaramente la finale, concedendo solo tre valide, mettendo strikeout dieci battitori con l'aggiunta di un suo fuoricampo nel quinto. Julian Javier concesse tre punti dopo aver sostituito Lonborg nel sesto e Gibson traghettò i Cardinals alla decisiva vittoria per 7 a 2. Gibson ora vantava un record nelle World Series di 5 vittorie e 1 sconfitta, un'ERA di 2.00, cinquantasette strikeout in cinquantaquattro inning e solo trentasette valide concesse. "I talentuosi Cardinals, guidati da Orlando Cepeda e Lou Brock, vinsero il pennant della National League, nonostante la perdita per due mesi dell’asso Bob Gibson con una gamba rotta. I Red Sox, nel frattempo, avevano realizzato "il sogno impossibile", dopo essere andati dal nono posto del 1966 al primo nel 1967, conquistando il loro primo pennant dal 1946 nel giorno finale della stagione regolare" - MLB Website
I programmi delle World Series del 1967
I St. Louis Cardinals vincitori delle World Series del 1967
La sensazionale presa al volo della lunga battuta di Curt Flood da parte dell'esterno sinistro dei Red Sox, Carl Yastrzemski, nel 5° inning di Gara 1 delle World Series del 1967
Il manager dei Boston Red Sox, Dick Williams, a destra, e Roger Maris, prima di Gara 2 delle World Series del 1967
Carl Yastrzemski colpisce il secondo fuoricampo contro Joe Hoerner nel 7° inning di Gara 2 delle World Series 1967
Carl Yastrzemski tocca il piatto di casa base dopo il suo secondo fuoricampo da tre punti nel 7° inning di Gara 2 delle World Series del 1967, accolto dai suoi compagni di squadra Jose Tartabull, George Scott e Dalton Jones (nascosto dal ricevitore Tim McCarver)
Il pitcher dei Cardinals, Nelson Briles, effettua il primo lancio di Gara 3 delle World Series del 1967. Il battitore dei Boston, Jose Tartabull, colpisce la palla indirizzandola verso la seconda base Julian Javier che assiste in prima a Orlando Cepeda. Il catcher nascosto è Tim McCarver e l'arbitro è Frank Umont
Lou Brock scivola salvo in terza base grazie al suo triplo battuto nel 1° inning di Gara 3 delle World Series del 1967. Di spalle il terza base Dalton Jones (# 3) in attesa di ricevere l'assistenza dell'esterno sinistro Carl Yastrzemski. L'arbitro è Paul Pryor
Mike Shannon, a sinistra, attraversa il piatto di casa base e ad attenderlo c'è Orlando Cepeda per congratularsi del suo fuoricampo da due punti battuto nel 2° inning di Gara 3 delle World Series del 1967
Le congratulazioni di Orlando Cepeda (# 30) al pitcher vincente Nelson Briles, al cemtro, dopo l'ultimo out di Gara 3 delle World Series del 1967. A sinistra il catcher Tim McCarver e il seconda base Julian Javier
Diverse personalità presenti in tribuna per Gara 4 delle World Series del 1967. Da sinistra a destra seduti: Augie Busch, propietario dei Cardinals, il senatore Edward Long, Mrs. A. Bush e il senatore Stuart Symington. In piedi da sinistra: Warren Giles, presidente NL, il governatore Claude R. Kirk Jr. (Florida), il governatore John Volpe (Massachusetts) e il governatore Warren Hearnes (Missouri)
Il sorriso di Roger Maris e di Bob Gibson dopo la vittoria in Gara 4 delle World Series del 1967. Maris realizzò 2 RBI, mentre Gibson lanciò un complete game shutout
L'arrivo al Logan International Airport della squadra dei Cardinals il giorno prima di Gara 6 a Boston, forti del vantaggio di 3 partite a 2. A sinistra Orlando Cepeda e la moglie
I due pitcher Dick Hughes dei Cardinals, a destra, e Gary Waslewski dei Red Sox posano per i fotografi prima di Gara 6 delle World Series del 1967
Lou Brock scivola salvo a casa base, mentre il catcher dei Red Sox Elston Howard cerca disperatamente di toccarlo, segnando il punto del vantaggio dei Cardinals, 2-1, nel 3° inning di Gara 6 delle World Series del 1967. Sullo sfondo si vede, al centro della foto, il terza base dei Red Sox Dalton Jones e l'arbitro di terza Johnny Stevens mentre l'arbitro del foul di sinistra è Al Barlick
Il leadoff dei Cardinals Lou Brock perde il caschetto nella corsa mentre viene chiamato out dall'arbitro di prima Johnny Stevens sullo stretto arrivo nel 5° inning di Gara 6 delle World Series del 1967. Brock battè una rimbalzante sul prima base George Scott che assistette il pitcher Gary Waslewski (# 19) in copertura sulla prima base
Prima dell'inizio di Gara 7, il Cardinale di Boston Richard Cushing, a destra, augura buona fortuna al pitcher partente dei RedSox Jim Lonborg, vincitore di Gara 2 e 5
Bob Gibson in azione durante Gara 7 delle World Series del 1967
Bob Gibson viene abbracciato dai suoi compagni di squadra dopo aver messo strikeout l'ultimo battitore dei Red Sox, George Scott, in Gara 7 delle World Series del 1967. Riconoscibili da sinistra: Bobby Tolan (# 17) Mike Shannon (# 18) Orlando Cepeda (# 30) e il catcher Tim McCarver
Da sinistra: Lou Brock, Julian Javier e Bob Gibson
Larry Jaster (# 39) versa lo champagne sulla testa di Orlando Cepeda (# 30) nello spogliatoio dei Cardinals dopo la vittoria in Gara 7 e la conquista delle World Series del 1967
I tifosi dei St. Louis Cardinals in strada a festeggiare subito dopo la vittoria in Gara 7 e la conquista delle World Series del 1967
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Ancora una volta i St. Louis Cardinals tornavano a difendere il titolo di campioni del mondo, vinto l'anno precedente, dopo aver dominato ancora la National League con Bob Gibson che era rimasto al top nella lista dei lanciatori della NL. Insieme con il suo pari dell'American League, Denny McLain dei Detroit Tigers, avevano combinato uno straordinario record di cinquantatre vittorie e diciannove shutouts (Gibson: 22 vittorie e 13 shutouts - McLain: 31 vittorie e 6 shutouts). Come si era visto nelle scorse edizioni del Fall Classic, tanto da diventare uno standard della manifestazione, i lanciatori avevano dominato le gare delle World Series e nulla sarebbe cambiato anche nel 1968. I Cardinals avevano conquistato il pennant lasciando i Giants a nove partite, con un record di 97-65. I Detroit Tigers avevano riconquistato il pennant dal lontano 1945 con un più largo margine rispetto ai loro nuovi avversari, distanziando di 12 partite i Baltimore Orioles e realizzando un record di 103-59. Gara 1 venne giocata in casa dei St. Louis Cardinals il 2 ottobre alla presenza di 54692 spettatori. Entrambi gli aces furono schierati per la gara di apertura, con Gibson che minacciò di battere il record delle Series di Sandy Koufax, eliminando tredici battitori dei Tigers dopo sette inning. McLain non se la cavò altrettanto bene e si fermò a tre, concedendo invece dei punti ai Cards al quarto inning, di cui uno grazie al singolo di Mike Shannon e due alla base-hit di Julian Javier (aiutato anche da un errore dell'esterno sinistro Willie Horton). Nel settimo, il rilievo Pat Dobson, entrato al sesto inning, concesse un fuoricampo a basi vuote a Lou Brock. Gibson continuò a lanciare con un vantaggio di 4-0 (pur concedendo quattro insignificanti valide e nessun punto) e pronto a chiudere l'affare del record di Koufax. Dopo aver eliminato il pinch-hitter Eddie Mathews all'inizio dell'ottava ripresa, mise strikeout il trentaduenne veterano Al Kaline eguagliando la quindicesima vittima di Koufax. Norm Cash divenne il suo record n. 16 e Horton lo strikeout n. 17 e nuovo record delle Series. Gara 2 si giocò il giorno successivo e Detroit pareggiò i conti grazie al pitcher Mickey Lolich, vincitore di 17 partite nella regular season, che tenne i "Redbirds" a sei valide e che colpì un fuoricampo da un punto (l'unico in tutta la sua carriera in Major League) per la vittoria di 8 a 1. Dopo il rituale giorno di riposo, le Series si spostarono al Tiger Stadium di Detroit. Tim McCarver segnò il passo per i Cardinals in Gara 3 e martellò un fuoricampo da tre nel quinto per il momentaneo vantaggio di 4 a 2. Orlando Cepeda lo emulò con un fuoricampo da tre nel settimo e Lou Brock rubò tre basi per aggiudicarsi la partita con il risultato di 7 a 3. Domenica 6, Gibson ritornò sul monte per Gara 4 e continuò la sua striscia di imbattibilità con un record di 7 vittorie consecutive nel Fall Classic. Nell'imbarazzante sconfitta dei Tigers per 10 a 1, il lanciatore dei Cards aiutò il team con il suo secondo homer in carriera nelle Series (un record per un pitcher), mentre Brock dominò al piatto con un doppio, triplo, fuoricampo e quattro RBI. L'outfielder registrò anche la sua settima base rubata di questa serie (pareggiando il record che aveva stabilito nel 1967). McLain fu ancora una volta battuto dal suo omologo e venne sostituito dopo 2 inning 2/3 senza alcun risultato. Sebbene le basi rubate di Brock avessero dimostrato di essere state un indubbio vantaggio nelle precedenti quattro uscite, la sua disattenzione costò ai Cardinals un caro prezzo in Gara 5. Dopo aver battuto un doppio con uno fuori nel quinto, Brock cercò di segnare in piedi su un singolo di Javier a sinistra, ma Willie Horton lo eliminò con un'assistenza laser a casa base. Detroit, in svantaggio sul punteggio di 3 a 2, in quel momento, ricevette apparentemente una spinta e si scatenò con tre punti nel settimo. Mickey Lolich, che era stato battuto da un homer da due punti di Cepeda (nel primo inning in cui St. Louis segnò tre punti), non concesse nulla negli ultimi otto inning e Detroit rimase in vita con un fondamentale trionfo per 5 a 3. Altro giorno di riposo e nuovo spostamento delle Series a St. Louis. McLain tornò per la sua terza apparizione determinato a ottenere la sua prima vittoria su Ray Washburn dei Cardinals. L'asso dei Tigers lanciò la sua miglior partita delle Series che finì 13 a 1, grazie anche ad un big inning scatenato da Jim Northrup, che colpì un grand slam nel blitz di Detroit aggiudicandosi dieci punti nella terza ripresa. La straordinaria performance dei Tigers eguagliò il record dei punti segnati nelle Series in un inning stabilito dai Philadelphia Athletics contro i Chicago Cubs al settimo inning di Gara 4 del Fall Classic del 1929. Bob Gibson fu la scelta più ovvia per St. Louis in Gara 7 e a Lolich fu dato il monumentale compito di batterlo. Entrambi i lanciatori rimasero testa a testa per sei innings senza concedere punti, ma l'asso dei Tigers fu il primo a vacillare dopo aver lasciato in base due corridori dei Cards (Brock con la sua tredicesima hit, record della serie, e Curt Flood con un singolo). Nonostante la battuta d'arresto mentale, Lolich rimase concentrato ed eliminò i battitori successivi per spegnere la prima opportunità di segnare dei Cardinals. Poi, con due out nella parte alta del settimo, Norm Cash e Horton misero a segno entrambi un singolo. Northrup poi colpì un lungo line drive al centro che Flood accidentalmente giudicò male. Il risultato fu due punti con un triplo che poi Bill Freehan portò a tre con il doppio che spinse a casa Northrup. Per non essere da meno, i Cardinals risposero con un fuoricampo da un punto al nono di Mike Shannon, ma era troppo poco e troppo tardi dopo che Detroit ne aveva segnato un altro nello stesso inning. Alla fine, Lolich aveva battuto le probabilità (e la potenza di Bob Gibson) concedendo solo cinque valide, e agguantò la vittoria per 4 a 1 che dava ai suoi Tigers le prime World Series dal 1945. Detroit era diventata anche la sola terza squadra nella storia delle World Series che era riuscita a recuperare un deficit di 3-1 e vincere in Gara 7.
I programmi delle World Series del 1968
I Detroit Tigers vincitori delle World Series del 1968
L'unico errore dei Cardinals in Gara 1 delle World Series del 1968 si verifica nel 3° inning. Dal Maxvill apre l'inning con una base su ball e va in seconda su bunt di sacrificio. Lou Brock mette a terra una rimbalzante sul pitcher dei Tigers Denny McLain e Maxvill inizia la corsa verso la terza base, ma cambia idea. McLain spara la palla all'interbase Mickey Stanley che tocca Maxvill mentre cerca di tornare in seconda. L'arbitro Doug Harvey e il seconda base Dick McAuliffe guardano la giocata
Willie Horton (# 23) dei Tigers, a casa base, è lo strike-out # 17 del pitcher dei Cardinals Bob Gibson in Gara 1 delle World Series del 1968. Nell'on deck Jim Northrup (# 5)
Il pitcher dei Tigers, Mickey Lolich, colpisce il fuoricampo solitario contro il partente dei Cardinals Nelson Briles nel 3° inning di Gara 2 delle World Series del 1968. Il catcher è Tim McCarver e l'arbitro di casa base è Jim Honochick
Dick McAuliffe (# 3), a destra, saluta Mickey Lolich (# 29) che tocca casa base dopo aver colpito un home run nel 3° inning di Gara 2 delle World Series del 1968
Con un punto segnato dai Cardinals, e corridori in prima e terza nel 6° inning di Gara 2 delle World Series del 1968, l'interbase Mickey Stanley raccoglie la battuta di Mike Shannon e passa la palla al seconda base Dick McAuliffe (nella foto) che gira il doppio gioco. A terra, nel tentativo di rompere il doppio, Orlando Cepeda (# 30)
I fans mentre aspettano di acquistare i biglietti al Tiger Stadium per Gara 3 delle World Series del 1968. Alcuni erano in fila gia da due giorni
Due foto di Lou Brock nel suo tentativo di rubare la seconda base nel 3° inning di Gara 3 delle World Series del 1968. Il seconda base Dick McAuliffe (a destra) guarda l'interbase Mickey Stanley che sta per ricevere il tiro dal ricevitore Bill Freehan. La palla in questo fotogramma è sotto la spalla destra di Brock
Brock arriva salvo e l'interbase Mickey Stanley non riesce a trattenere la palla
I lanciatori dei Tigers Pat Dobson, Joe Sparma e l'esterno Wayne Comer guardano George Kell che intervista Mickey Lolich durante la sospensione per la pioggia nel 3° inning di Gara 4 delle World Series del 1968. Prima che la giornata fosse finita, Sparma con Dobson e altri quattro lanciatori dei Tigers effettuarono un futile tentativo per fermare i Cardinals che vinsero 10-1
I fans al Tiger Stadium aspettano sotto la pioggia per 74 minuti la ripresa di Gara 4, sospesa al 3° inning
Steve Carlton (# 32) e un altro giocatore dei Cardinals, non identificabile, leggono il giornale in attesa che si riprenda a giocare dopo l'interruzione per la pioggia nel 3° inning di Gara 4 delle World Series del 1968
Tim McCarver legge il giornale in attesa che si riprenda a giocare dopo l'interruzione per la pioggia nel 3° inning di Gara 4 delle World Series del 1968
Bob Gibson riceve le congratulazioni dal compagno Lou Brock (# 20) dopo aver colpito un home run contro i Detroit Tigers nel 4° inning di Gara 4 delle World Series del 1968. Non c'era niente che Bob Gibson non potesse fare
Jose Feliciano esegue l'inno nazionale con il cane Trudy al suo fianco prima dell'inizio di Gara 5 delle World Series del 1968
Curt Flood arriva salvo in seconda base sulla rubata nel 1° inning di Gara 5 delle World Series del 1968. Il seconda base dei Tigers Dick McAuliffe non riesce ad eliminare il corridore sull'assistenza del catcher Bill Freehan e la palla è visibile vicino al piede di Flood. L'arbitro che chiama safe è Tom Gorman
Al Kaline si butta a terra per evitare un lancio alto interno all'altezza della testa nel 4° inning di Gara 5 delle World Series del 1968. Con il leadoff Mickey Stanley in terza base e zero out, la palla colpisce, sfortunatamente per Kaline, la mazza e rotola verso il pitcher Nelson Briles che la raccoglie è assiste in prima. Il catcher Tim McCarver indica a Briles di tirare in prima. L'arbitro di casa base è Doug Harvey
Tre fotogrammi del gioco chiave di Detroit nel 5° inning di Gara 5 delle World Series del 1968, quando Lou Brock cerca di segnare dalla seconda base su un singolo. L'out fondamentale di Lou Brock cambiò il corso del Fall Classic (a sx l'arbitro Doug Harvey e di spalle il ricevitore Bill Freehan (# 11) che raccoglie l'assistenza dell'esterno sinistro Willie Horton)
Bill Freehan sta per prendere il tiro dell'esterno sinistro Willie Horton. Freehan blocca il piatto con il corpo
Invece di scivolare, Brock cerca di toccare il piatto in piedi e si scontra con Freehan. Poi, Brock contestò che il suo piede aveva toccato il piatto, ma l'arbitro Doug Harvey lo chiamò out. Se Brock avesse segnato, i Cardinals avrebbero avuto un vantaggio di 4-2 e sicuramente il lanciatore Mickey Lolich sarebbe stato sostituito da un pinch hitter nel 7° inning. Lolich rimase in partita e infuocò con il suo singolo la rimonta di tre punti dei Tigers. Brock aveva realizzato tre valide e stava battendo .524 nelle cinque partite della serie
Al Kaline (che sta correndo verso la prima) dopo aver colpito il singolo che spinge a casa due punti nel 7° inning di Gara 5 delle World Series del 1968. Era l'ottava valida di Kaline in 21 at-bat con una media di .381. I tre punti nell'inning portarono alla vittoria i Tigers per 5-3
Micky Lolich riceve un bacio da sua figlia dopo la vittoria in Gara 5 delle World Seris del 1968
Mickey Lolich (a sx) e Al Kaline dopo la vittoria in Gara 5 delle World Series del 1968
Norm Cash segna il punto sul doppio di Willie Horton nel 2° inning di Gara 6 delle World Series del 1968. Di schiena Jim Northrup (# 5) e il pitcher dei Cardinals Ray Washburn (# 44) e il ricevitore Tim McCarver
Willie Horton (# 23) colpisce il singolo nel 3° inning di Gara 6 delle World Series del 1968 che fa segnare Al Kaline per il 12° punto della partita. Il catcher è Tim McCarver e l'arbitro di casa base è Bill Haller
Jim Northrup (# 5) colpisce il grand slam nel 3° inning di Gara 6 delle World Series del 1968. Il pitcher di spalle è Larry Jaster , il ricevitore Tim McCarver e l'arbitro di casa base Bill Haller
Jim Northrup (# 5) arriva a casa base, salutato dai compagni di squadra dopo aver colpito il grand slam nel 3° inning di Gara 6 delle World Series del 1968 al Busch Stadium di St. Louis. Ad attenderlo Willie Horton (# 23), Al Kaline (# 6) e Bill Freehan (# 11). A sinistra, il catcher dei Cardinals Tim McCarver
Jim Northrup, Al Kaline, Norm Cash e Willie Horton rientrano in dugout dopo il grand slam di Northrup nel 3° inning di Gara 6 delle World Series del 1968
Due fotogrammi del corridore dei St. Louis Cardinals Curt Flood (# 21) che è preso in trappola tra la prima e la seconda base nel 6° inning di Gara 7 delle World Series del 1968. A destra il prima base dei detroit Norm Cash (# 25) e il seconda base Dick McAuliffe (# 3)
Jim Northrup subito dopo aver battuto il triplo nel 7° inning contro il partente dei Cardinals Bob Gibson in Gara 7 delle World Series del 1968, portando in vantaggio i Tigers 2 a 0
Il catcher Bill Freehan cattura il pop fly di Tim McCarver (# 15) per l'out finale di Gara 7 delle World Series del 1968. Ad accorrere, sulla sinistra, il lanciatore vincente Mickey Lolich (# 29) e al centro il prima base Norm Cash che si era scontrato con Freehan in Gara 4 mentre stavano inseguendo un pop fly. L'arbitro di casa base è Tom Gorman
Mickey Lolich salta in braccio al catcher Bill Freehan dopo l'out finale di Gara 7 nelle World Series del 1968. "Non appena fu tutto finito, sono saltato su Freehan", Lolich ricordava, "La ragione principale per cui lo feci è che così non sarebbe saltato su di me per primo"
L'abbraccio dei giocatori dei Detroit Tigers dopo la vittoria in Gara 7 delle World Series del 1968. Si riconoscono Ray Oyler (# 1) e il pitching coach Johnny Sain (# 53)
I Tigers lasciano il Busch Stadium dopo la vittoria in Gara 7 e la conquista delle World Series del 1968
L'esterno dei Tigers, Jim Northrup, regola giocosamente le bandierine sul trofeo delle World Series 1968 dopo la vittoria dei Tigers in Gara 7
Il lanciatore dei Tigers, Mickey Lolich, si fa la doccia di champagne dopo aver vinto Gara 7 delle World Series del 1968, attorniato dai giornalisti
Il proprietario dei Tigers, John Fetzer, viene scherzosamente gettato nella vasca della clubhouse per celebrare la conquista delle World Series 1968
I pennants delle World Series del 1968 e dell'American League Championship Series sventolano sul Tiger Stadium
Alcune foto dei festeggiamenti a Detroit dopo che i Tigers hanno vinto le World Series del 1968. La vittoria fu una festa molto pacifica e apparentemente portò un po' di armonia razziale in una città che ancora si stava riprendendo dai tumulti del 1967
I fans a bordo di un camion dei pompieri, dopo la vittoria delle World Series del 1968
Giovani donne assaporano la vittoria dei Tigers sulle strade del centro di Detroit cosparse di nastri di carta
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